venerdì 26 dicembre 2014

Riviera – Riviera

Scrivere dei Riviera è un po’ come scrivere di un bel libro. Uno di quelli che ti prende bene fin dalla prima pagina e fino alla fine ti tiene attaccato. I protagonisti sono cinque ragazzi della provincia romagnola e le loro canzoni. Canzoni semplici ma piene di vita, di vissuti e di speranza. La speranza è quella, che pur nella nostra piccolezza stiamo facendo qualcosa di giusto e di speciale. Almeno per noi e per le persone a cui vogliamo bene. Tutti i giorni, questi dannati giorni, stiamo riempiendo le pagine del nostro libro e vogliamo che sia un libro di quelli fighi, dove il protagonista siamo noi, si proprio gente come me o te. E la colonna sonora perfetta ad accompagnare le nostre avventure o disavventure, lo sai è proprio questo disco. Non te lo aspettavi vero? Undici pezzi, proprio come i giocatori della tua squadra del cuore, che ogni domenica scedono in campo nel campionato di seconda categoria, quello dove non c’è ne gloria ne grana per nessuno, solo fango, fiato corto e scarpette rotte. Riviera suona proprio bene ed è uno di quei dischi da cui ti fai accompagnare volentieri in ogni momento della tua giornata. La mattina quando ti fai la doccia e canti come non se ci fosse un domani le parole di “Piscina” perché sai che stai proprio così. Quando esci di corsa poi per andare a lavoro o a scuola ti senti sempre il protagonista di “Attrezzi” e alla sera quando rientri in treno o in macchina quello di “Cosa rimane”. A volte ti viene proprio da dire “ci si rivede alla prossima fermata” anche se sai che non sarà così perché tanto lo sai già che “è come un tuffo da sei metri, dove tutto quello che è resto non sei tu”. Anche a voi “serve un giorno per segnare tutto” altrimenti cosa stiamo qui a fare? Segnatevi che il disco è fuori grazie alla collaborazione di dieci etichette: Black With Sap, Cause Care, Fallo Dischi, Fight or Fight!, Neat is Murder, No Routine Records, Strigide Records, To Lose La Track, Trivel Records e Upwind Records. “Perché io metto i puntini sulle “i”, dove non li metti tu”. E i puntini dei Riviera, io spero proprio che proseguano regalandoci ancora tanti altri dischi così. Chiamatelo come vi pare, punk, emo o tiki-taka. Poco importa perché è proprio questa la musica che ci fa stare bene, sono queste le canzoni di cui abbiamo bisogno e sono questi i gruppi a cui vogliamo bene.


Lato 1
1)    aspetto
2)    a.n.c.o.r.a.
3)    camminare sui muri
4)    piscina
5)    tuffo bomba
6)    calanchi

Lato 2
7)    pioggia di forchette
8)    risata
9)    adriano
10) attrezzi
11) cosa rimane

venerdì 21 novembre 2014

intervista Neat is Murder

 1) Ciao Viole, presentati ai lettori di 7pollici e raccontaci come è nata l’idea di creare Neat is Murder e come si è sviluppata nel tempo.
Ciao! Mi chiamo Viole ho 29 (!!!) anni e sono cresciuta a Lambrate. ;)
L'idea dell'etichetta mi ha spesso solleticato la fantasia in diverse occasioni, più o meno ogni volta che mi capitava di passare tra le dita decine di dischi delle distro ai concerti. Nel 2011 quando eravamo in dirittura d'arrivo per stampare i 7" dei Verme è arrivata l'occasione giusta per avventurarsi nel diy anche come etichetta, autoproducendo il disco insieme a Giacomo (Twotwocats tapes) e con l'immancabile l'aiuto del sempresialodato Luca di To Lose La Track. Dare un nome all'etichetta è stato un parto ovviamente, cambierei nome ogni giorno, ed è per questo che si chiama così infatti, se fosse un percorso lineare sarebbe troppo noioso! Le prime uscite sono state sostanzialmente autoproduzioni dei gruppi in cui ho suonato/suono, Verme e Minnie's. Adesso che sto girando spesso con Minnie's e Dags! (che ho co-prodotto, ovviamente! Quest'estate è uscito l'ep 12") mi godo la possibilità di portare in giro la distro e per questo sono felice di aver cominciato a co-produrre dischi di altri gruppi di amici (Riviera e SMNTCS) e farli girare con me, chiusi in una scatola o insieme in furgone! Attualmente siamo arrivati a 8 uscite, di cui tre negli ultimi tre mesi, e non posso che essere molto felice!

2) Perché hai scelto di stampare in vinile?
Non è stata una scelta precisa, ma il vinile è sicuramente il formato che ora "appaga" di più chi ha voglia di comprare un disco ad oggi. Ammetto di essere più affascinata dal vinile che dal cd, ma è sicuramente soggettivo - ci sono delle volte in cui vendi solo vinili e altre in cui insospettabilmente ti chiedono solo cd, non c'è una regola!

3) Come ti organizzi con la stampa e la distribuzione delle copie dei dischi?
Per ora le dimensioni sono necessariamente e volutamente ridotte nella misura della sostenibilità. Quella della co-produzione è comunque anche una scelta che apprezzo perché mi permette di condividere il tutto con amici e persone che stimo e a cui voglio bene, come To Lose La Track e Fallo Dischi, e conoscerne di nuove. Per la distribuzione per ora mi affido al trasporto su ruota del mio furgoncino e a delle suntuose scatole di plastica: dove vado a suonare, mi porto dietro la distro. Faccio tutto un passetto alla volta per mantenere il tutto in una dimensione solo piacevole, diciamo!

4) Spiegaci come scegli i gruppi da stampare e che rapporto hai con loro.
Per ora il giro è molto semplice: i gruppi in cui suono e quelli di alcuni tra gli esseri umani che preferisco in questo momento. Per ora mi è andata molto bene direi! Posso trovare anche un altro denominatore comune che unisca tutti i gruppi che portano un loghino NIM sul disco: l'amore per la pizza! …Credo comunque che questa rimarrà sempre lo spirito di Neat is murder, che poi è quello che mi fa essere felice di aver "fatto l'etichetta", condividere qualcosa con gli amici e alimentare il gran falò del DIY. (no non è vero, è la pizza)

5) Chi ti piacerebbe stampare e quali progetti hai per il futuro?
Qualche giorno fa un po' per gioco un po' per manie di organizzazione ho preso un pezzo di carta e ho scritto i gruppi con cui mi piacerebbe fare qualcosa, dallo scambiare copie per la distro a magari co-produrre un disco nuovo, beh, ce ne sono un sacco! Italiani e stranieri. In generale mi piacerebbe stampare dischi di persone con cui ho condiviso qualcosa per la strada, ma sono sempre pronta ad innamorarmi di qualche sconosciuto o pescare l'imprevisto, non posso saperlo! Il progetto per i prossimi mesi o anni è di continuare a macinare "cose", che siano dischi, feste, fanzine o tour… lascio tutte le finestre aperte!

6) Come vedi la realtà delle piccole etichette all’interno del nostro paese e in relazione con Europa e resto del mondo?
Quest'estate per far girare il disco dei DAGS! ho fatto un giro del mondo attraverso le piccole e medie etichette che trovavo andando a vedere chi aveva fatto uscire gli ultimi dischi che mi erano piaciuti - ho trovato un sacco, ma davvero un sacco, di realtà che probabilmente nel loro paese vivono la stessa dimensione di quelle che abbiamo qui. Siamo un po'  esterofili anche se non lo ammettiamo, guardiamo con invidia al di là delle Alpi e vediamo luccicare le etichette, ogni tanto dimenticandoci che anche qui ci sono dei piccoli tesori che vanno lucidati e supportati, così come quelli stranieri. Detto questo, è giusto e fighissimo che si guardi alle etichette straniere,  sia da ascoltatore che da gruppo, non sto predicando niente! È difficile fare la gara su USA e UK ovviamente perché sono bravissimi, sia le etichette che i gruppi, ma ci sono davvero delle belle realtà anche qui in Italia.

7) Come ultima curiosità, svela ai lettori di 7pollici qualè stato il primo vinile che hai ascoltato in vita tua e il primo che ti sei comprato.
La storia è questa: il giradischi è sempre stato in salotto presidiato ovviamente dai miei genitori, che conoscendo la mia grande abilità nel distruggere tutto quello che tocco mi ci tenevano a debita distanza. Credo che il vinile più ascoltato e probabilmente il primo sia stato "Bridge over troubled water" di Simon&Garfunkel o un Beatles a caso..
In realtà il primo vinile "mio" è stato un regalo di Luca Minnie's, un 7" degli eversor comprato quando c'era ancora Smokers al Bulk, pescato al banchetto del Pulce che cercava di liberarsi delle prove del suo passato melodico! A quel punto ho chiesto il permesso ai miei e ho cominciato anche io a far girare i dischi in salotto :)

giovedì 13 novembre 2014

DAGS! – S/T


 I DAGS! sono Viole, Marca e Fabio e vengono da Milano. Li conosciamo bene perché li abbiamo già visti e sentiti suonare in gruppi come Minnie’s, Verme, Agatha, Ayuhara, A Finnish Contact e Wendingo. Insomma non sono proprio dei novellini e si sente. In questa loro prima usicta omonima ci sparano fuori cinque bei pezzoni di cui ci siamo innamorati subito appena sono usciti quest’estate.
Ascoltando questo bel discone trasparente ve la potete cantare a squarciagola manco foste anche voi dei cantanti emocore americani degli anni ottanta. Le coordinate di questo disco sono quelle li, ma non lasciatevi ingannare perché i tre non disprezzano sperimentazioni e atmosfere più dilatate e ricercate. Insomma un disco d’esordio che ti lascia di stucco e piacevolente colpito. Canti, ti muovi, vai a tempo con le mani e con il piedino. Cosa vuoi di più? Dai, lasciati andare e segui il ritmo dei DAGS! che ti fa stare bene. La perla del disco poi è l’intrusione della tromba suonata da Paride dei Riviera quando meno te lo aspetti. Insomma la ciliegina su una torta davvero speciale.
Il disco è uscito per To Lose LaTrack e Neat is Murder ed è disponibile ai banchetti che trovate durante i loro concerti così come visitando direttamente i siti delle due etichette. Fatevi un regalo, prima lo scaricate qui e poi ve lo andate a comprare.


Tracklist:
1)    I don't know if you understand my analogy, but it's the clearest one I can make.
2)    I have seen the truth, and it doesn't make sense.
3)    Your rent should not exceed a week of your monthly wages
4)    With so many signatures, you could make a petition
5)    ...And then they crashed against technology, did that hurt?

sabato 4 ottobre 2014

Do Nascimiento – Giorgio

Giorgio è il disco nuovo dei Do Nascimiento, band ligure che da un paio di anni con la continuità del Recoba dei tempi d’oro, suona in giro e sforna dischi ogni tanto.
Giorgio è il secondo disco della band, uscito dopo anni di sbattimenti, di registrazioni e di gente che va e che viene dall’estero. Di concerti in giro i ragazzi non ne fanno tanti, ma se avete l’occasione vi raccomando di non perderli. Se suonano in posto senza palco, tanto meglio. Vi troverete Amedeo di fianco a cantare e urlare con voi. Il loro spirito è quello giusto, di chi si diverte e vuol far festa assieme. Questa è la cosa più importante, questo è quello che conta.
Ecco, proprio questo trovate all’interno di Giorgio. Vita. Quella vera, quella che vi fa star bene e capita anche a voi. Tra alti e bassi, momenti felici e momenti da cancellare. Tutto fa esperienza. Tutto quanto è vita. Che dite?
Si, Giorgio è proprio questo. Vita vissuta, cantata e suonata col cuore. Con il sudore di chi sa che ogni momento è unico e non va mai dimenticato. Ogni attimo ti scolpisce e va segnato “…in un giugno che pareva non avesse più niente da dire e invece continua a gasare”. Il tempo scorre e i Do Nascimiento lo hanno capito bene “ma noi saremo ancora qui, insieme a te al bar dell’angolo” perché la voglia di rimanere assieme e suonare è quella che ti fa andare avanti. Chi suona lo sa. Le canzoni servono anche a questo. Fissare li nero su bianco, momenti, emozioni, persone e posti che poi potrai riascoltare abbassando la puntina del giradischi. E per fortuna che i ragazzi della Flying Kids hanno insistito e coccolato come una madre i nostri, altrimenti Giorgio rimaneva nel cassetto. E che peccato che sarebbe stato.
Quindi comprate anche voi una copia di questo disco, perché qui se lo meritano davvero tutti un abbraccio e il vostro supporto. E poi sul lato B trovate Lampino, ma questa è un’altra storia…
Ah, la volete sentire? Lampino contiene qualche pezzo che magari avete già sentito. Tipo i sei pezzi che ci sono nella prima cassettina omonima della band, i due pezzi che ci sono nello Splittone Paura e “I fanti non piangono”, cover di “Boys don’t cry” dei Cure, che trovate nella cassetta di This Is Not A Love Song 01. Il tutto remixato e rimasterizzato, almeno i pezzi che i ragazzi sono riusciti a ritrovare.
Quindi non fate i buzzurri e prendetene anche voi una copia, che poi sono solo 200. Giorgio e Lampino vi faranno compagnia.

Giorgio
1)    Vecchio
2)    Estate
3)    Chitarra
4)    Fiato
5)    Baracchetta
6)    Chiromante

Lampino
1)    Bicicletta
2)    Cucchiaino
3)    Rasoio
4)    Ventilatore
5)    Materasso
6)    Megafono
7)    Amplificatore
8)    Tombino
9)    I fanti non piangono

sabato 20 settembre 2014

La Rennes du garage

Spulciando tra gli scaffali di un negozietto di dischi a Rennes, durante il mio viaggio tra Bretagna e Normandia la scorsa settimana, trovo per caso questo 45 giri che subito attrae la mia attenzione. Il titolo dice tutto “La Rennes du garage” e la grafica fa il resto. Chiedo conferma al commesso nel mio francese tiratissimo che sia un 7” di gruppi locali e il disco è mio. Quattro gruppi, due per lato, un pezzo a testa come nelle migliori tradizioni. L’unione fa la forza, questo è il segreto e lo sanno anche a Rennes in Bretagna.
Nel primo lato troviamo i BlackJack Davy e i Rigg che sparano a mille con il loro punk strafatto di rock’n’roll due perle mozzafiato. Rifettoni danzerecci per le peggiore bettole della zona dove poter far casino fino a tardi. Questo è lo spirito. Questo è quello che ci piace.
Ad aprire il secondo lato del disco ci pensano i Bikini Gorge che suonano riverberati più che mai continuando così le nostre danze scatenate in un turbine di rock’n’roll e fumi di alcol. A chiudere degnamente ci pensano i Kaviar Special che con la loro scanzonata “Pope of the pop” ci fanno battere veloce il piedino, alzare l’indice e cantare in coro aspettano il nuovo giorno che arriverà, in questa bettola di città.
Il disco non riporta contatti, mail, siti internet di riferimento, né l’anno di uscita e si capisce che il tutto è rigorosamente DIY. Degne di dona assolutamente le grafiche che con dei disegni strepitosi impacchettano bene il dischetto. La morale di questa storia strampalata è che quando si va in giro, fermatevi nei negozi di dischi che incontrate per strada e chiedete musica locale. Tornerete a casa felici.
Comunque la storia non è finita perché su SNAFU trovate la seconda parte. Continuate a leggere…


01)  BlackJack Davy – Get a job
02)  Rigg – Come or die
03)  Bikini Gorge – Make up your mind
04)  Kaviar Special – Pope of the pope


sabato 6 settembre 2014

L’Amo – Niente (è un bel pensiero da mettere tra le gambe alle ragazze)


I L’Amo sono Alessio, Domenico e Federico. Sotto il loro palco poi c’è sempre Mario, il quarto Amo. Sono tutti di Napoli e scrivono canzoni bellissime. Mario poi da sotto il palco urla sempre e fa partire il pogo.
Se parli con Alessio, Mario e gli altri capisci quanto la musica e l’autoproduzione sia importante per loro. La voglia di fare, scrivere, suonare, sbattersi, organizzare concerti e coinvolgere persone. Il punk e il DIY prima di tutto. Con la loro città nel cuore. Perché “Barcellona è ok, ma non è Napoli”. Alla fine di una serata passata con loro a chiacchierare torni a casa con qualcosa di più e questa cosa poi col tempo te la porti dentro. Ti danno una carica che pochi altri ti possono trasmettere. La stessa carica che ti da questo disco. Vinilone nero che ti regala dieci canzoni tutte su un lato e sull’altro un cuore gigante con due tette grandi così. Come dire “e se a qualcuno occorresse un cuore lo fabbricheremo io e te a Bagnoli”.
Perché Niente (è un bel pensiero da mettere tra le gambe alle ragazze) è un disco che parla d’amore. Come quelli di una volta. Amore immenso, totale e totalizzante nel bene e nel male. Perché in fondo ne siamo tutti sommersi. Siamo solo dei marinai che ne carcano di stare a galla e trovare la rotta giusta. Come dice Alessio “ci vuol talento a dirsi addio a metà di questo viaggio”. Quindi è meglio continuare, ostinati e “camminare, prova e vedrai, non mi basterai”.
Questo è proprio un disco che non basta mai, perché dopo il primo ascolto farete ripartire la puntina daccapo. Solco dopo solco vi entrerà dentro. Lasciatevi ferire.
Comunque questo disco è uscito l’anno scorso per Fallo Dischi, V4V Records, To Lose La Track e Lafine. Si, lo so è passato un po’ di tempo ma ve ne volevo parlare da altrettanto perché questi ragazzi meritano davvero e queste righe sono state solo un pretesto per parlare di loro.

Tracklist:
1)    Bagnoli
2)    Marinai
3)    E’ amore dalla terza in poi
4)    Luca Grieco è solo indeciso
5)    Nessun rimorso solo rimpianti
6)    Stupida
7)    La macchina da guerra
8)    Silvio e Veronica
9)    Anna
10) Ubriaca

venerdì 22 agosto 2014

Gazebo Penguins / Johnny Mox – Santa Massenza

Santa Massenza è un piccolo lago di montagna in Trentino, sulle sue colline si coltivano vigneti e tutt’intorno a sé ha sviluppato un importante distretto di distillerie. Da qui nascono vini e grappe davvero notevoli.
Il lago si trova nei comuni di Vezzano e di Padergnone in provincia di Trento ed è nato dall’erosione glaciale migliaia di anni fà.  Da qui nascono storie di vita vera.
Da qui il nome per lo split tra Gezebo Penguins e JohnnyMox, gente che suona pesante, proprio come la vita su in montagna.
Un lato per gruppo, due pezzi a testa, proprio come nelle migliori tradizioni. Sembra Natale. Già perché appena apri la bustina che contiene il vinile, ti accorgi che c’è qualcosa in più e tu sei già felice. Non sono solo i racconti scritti da Capra e da Johnny Mox che accompagnano le canzoni, è qualcosa di più. E’ lo spirito di questo disco.
Lo senti perché pervade ogni cosa, dalle musiche ai testi, dalle grafiche alla narrativa, tutto è accompagnato dallo stesso spirito. Sta poi all’ascoltatore definirlo e darne un proprio significato. In questo spirito ognuno di noi vi ci può ritrovare qualcosa o semplicemente rivedere una parte di sé. Imparare ad ascoltare e ad ascoltarci, questo forse sembra essere lo sforzo più difficile che Santa Massenza ci chiede. Rimanere in silenzio non porterà a niente. Devi buttare fuori tutto, fissare su carta, pestare forte l’uva sotto i tuoi piedi o suonare il tuo strumento come se non ci fosse un domani.
Così hanno fatto i Gazebo Penguins e Johnny Mox. Hanno guardato dentro di sé fissando negli occhi le loro paure più forti e ne hanno fatto un disco.
Un disco, Santa Massenza, che suona da paura come i ricordi che il tuo superio cerca di nascondere e grosso come quando viene giù a piovere quando sei in montagna. 
Alla fine dell’ascolto, questo è un disco che ti lascia un po’ estraniato, quasi spaventato. Tranquillo, qualcosa si è aperto dentro di te, proprio come l’erosione di migliaia di anni fà. Ora sei davvero pronto a guardarci dentro, non aver paura.
Santa Massenza è prodotto da To Lose La Track e da Woodworm ed è scaricabile qui.

Tracklist:

[A01] Gazebo Penguins – Riposa in piedi
[A02] Gazebo Penguins – Aspetteremo
[B01] Jhonny Mox – Hollow prayers
[B02] Jhonny Mox – Oh Reverend

giovedì 21 agosto 2014

Manges – All is well


All is well è il settimo LP dei Manges, tra dischi in studio, live e raccolte. I Manges sono il migliore gruppo punk-rock al mondo e il mio gruppo preferito. Bene, adesso la mia recensione potrebbe anche finire qui. E invece no, perchè ho voglia di raccontarvi come questo vinilone bianco appena cominci a suonare vi farà stare bene. Muoverete testa e piedino su e giù come se non ci fosse un domani. I ritornelli vi rimarranno appiccicati in testa in men che non si dica e i pezzi del disco vi voleranno via veloci uno dopo l’altro. L’unica cosa che poi vorrete fare sarà quella di cambiare lato e tirare ancora giù la puntina del giradischi per ricominciare daccapo. Mamma mia come suona bene sto dico e vaffa a che ne dice della produzione. Suona bene. Punto. E poi alla produzione c’è un signore come Hervè Peroncini, mica balle. I Manges si confermano ancora una volta, come se ce ne fosse davvero bisogno, i migliori e questo disco ne è la conferma.
Tutti i brani sono suonati veloci e precisi, puliti e senza sbavature, potenti ma bubblegum al tempo stesso. Ascoltando questo disco vi accorgerete che i Ramones vibrano nell’aria intorno a voi.
Nota di merito per la strumentale Topolinia e per il gran finale di Lone Commando. “We know he’s bound to sit on the electric chair ALL IS WELL”.
Il disco è stampato per il mercato europeo da Monster Zero e da It’s Alive Records per quello USA. Qualità ed esperienza. Non fate gli gnorri, compratelo!
Lunga vita ai Manges.

Tracklist:

Sidea A
1)    Crocodile in my head
2)    My Bad
3)    Plan Honolulu
4)    Love is a disease
5)    Panic at the ice rink
6)    Don’t screw un the formula

Side B
1)    Don’t bet on me
2)    I tried to die young
3)    Topolinia
4)    Secret agent super dragon
5)    I just wanna make you gry
6)    Lone Commando (all is well)

martedì 19 agosto 2014

Lantern – Diavoleria

Diavoleria è la seconda e ultima uscita dei giovanissimi Lantern, uscita dopo il precedente album di esordio Noicomete del 2012.  I Lantern sono un gruppo di Rimini da tenere sotto stretta osservazione per le potenzialità e lo spitirito che ci mettono nel suonare, sia su disco che dal vivo, vista la loro giovane età e la bravura innegabile. Questo disco, uscito a inizio anno, contiene otto pezzi che suonano da paura, in una maniera corale come solo pochi altri sanno fare.
Post-hardcore, screamo e punk sono le coordinate se proprio ne avete bisogno.
Daniele, Sergio, Luca, Marco e Michael ci sanno regalare arrangiamenti impeccabili, un cantato in italiano mai banale che alterna parti urlate e veloci a parti più lente e melodiche, chitarroni imponenti miscelati a una parte ritimica precisissima e potentissima. 
Le canzoni di Diavoleria suonano liscie una in fila all’altra trasportando l’ascoltatore in “…case senza finestre, le stesse dove avevamo bussato tante volte.”
Un disco che dura solo un lato, così non devi neanche fare lo sbatti di doverlo girare nel giradischi. Il collante di tutto il disco sono i testi delle canzoni che ci portano in una dimensione altra, dove passato presente e futuro si ritrovano sullo stesso livello. O forse non c’è più nessun livello? Starà poi a noi che ascoltiamo, saper rimettere i pezzi in ordine per non rimanervi intrappolati dentro. Le emozioni scorrono veloci ascoltando questo disco e la musica le accompagna fuori in maniera fragorosa. Diavoleria vi aiuterà nel cammino. Prendete carta e penna, fissate nero su bianco quali e quante emozioni vi tirerà fuori. Poi vedete voi cosa farne. Paul Auster e i Lantern avranno già fatto un buon lavoro per voi.
Il disco è uscito per V4V, Flyng Kids Records, Fallo Dischi e potete scaricarlo qui.

Tracklist:
1)    Inferno a rotta di collo
2)    Il segreto delle ragazze
3)    Bleck macigno
4)    Mucchio di ossa Copperpot
5)    Antonio
6)    Siberia
7)    L’invincibile S50
8)    Profeta
 

lunedì 18 agosto 2014

Marnero – il Sopravvissuto

“Da bimbetto sognavo di fare il pirata. Ora che sono un pirata il mio sogno è di fare il bimbetto…”

Sono mesi che voglio scrivere di questo disco. Già, perché “il Sopravvissuto” dei Marnero è uscito a metà dell’anno passato, ma sotto la puntina del mio giradischi è già passato un mucchio di volte. La pigrizia della scrittura per la tastiera ha fatto il resto, come sempre accade per le recensioni di questo blog.
Questo comunque mi è sembrato il periodo dell’anno più azzeccato, per condividere con voi un disco che parla di un viaggio, di mari, di porti e di cambiamenti.
Penso che adesso che siete tornati dalle ferie e vi siete riposati, siete davvero pronti per questo disco.
Lasciate a casa le vostre valigie grandi, le creme solari, le infradito e i costumini fashion; questo sarà un viaggio faticoso lungo rotte irreparabili dove imparerete a conoscervi meglio e se ce la farete sarete anche voi dei sopravvissuti.
Le musiche dei Marnero sono potenti come i cavalloni del mare quando è grosso e i loro testi sono pungenti come il grecale che spira da nord-est sulla vostra faccia fredda. Dovete essere pronti a tutto, perché neanche le sirene qui saranno dalla vostra.
Cari pirati, o presunti tali, imparate a memoria la lezione e salpate con i Marnero: “Il demone è figlio di luna calante. Il tempo è l’oceano, e io il navigante”.
Ascoltate questo disco e imparatelo come un mantra. Lasciatevi cullare dalle onde del mare e seguite la voce del capitano se volete arrivare al prossimo porto sani e salvi. Le insidie si nascondono dietro l’angolo ma “… la rotta è proprio questa sotto i piedi l’abisso, la schiuma negli occhi e il caos sopra la testa. Che cosa ci resta?”.
Ci resta un disco straordinario e completo (come dicono quelli che ne sanno). Un disco che davvero è un viaggio di formazione e di cambiamento. Spero solo per voi che non soffriate di mal di mare, perché qui i chitarroni e la linea di basso vi possono far brutti scherzi davvero. Qui si sente il miglior hardcore di scuola italiana. Musica potente e precisa, testi in italiano cantati come Poseidone comanda alternando sapientemente urla a linee vocali più melodiche. Gli arrangiamenti che vedono la presenza di viola e violino più dei cori ancestrali, rendono questa produzione una delle migliori degli ultimi anni nel panorama della musica indipendente italiana.
Finalmente “non c’è nessuna paura in questa notte senza luna”.
L’esperienza dei Marnero (ex Laghetto) da Bologna dopo i loro precedenti due dischi qui si fa sentire tutta ed è una goduria per le nostre orecchie da corsari del vinile.
Se non siete scemi ve lo scaricate gratis da marnero.bandcamp.com e se non lo siete del tutto ve lo comprate perché le grafiche e il packaging del vinile, dove trovate tutti i testi divisi in quattro cartoline come ognuno dei quadranti che compongono il filone narrativo del disco, sono qualcosa di spettacolare a cura di garadinervi.com
Il Sopravvissuto è stampato da una flotta variegata di etichette: Sangue Dischi, V4V Records, Fallo Dischi, Escape from Today, To Lose La Track, Dischi Bervisti e Mothership. Compratelo e supportate la musica indipendente italiana. Forza pirati!
“Dopo il primo passo oltre la prima soglia tutto è già dietro di miglia”.


Tracklist:

il Sopravvissuto Quadrante I
-       come se non ci fosse un domani
-       (come infatti non c’è)

il Sopravvissuto Quadrante II
-       non sono più il ghepardo di una volta
-       (che non sono mai stato)

il Sopravvissuto Quadrante III
-       il porto delle illusioni
-       prologologia

il Sopravvissuto Quadrante IV
-       rotta irreparabile
-       zonguldak

venerdì 8 agosto 2014

7pollici intervista To Lose La Track

1) Ciao Luca, presentati ai lettori di 7pollici e raccontaci come è nata l’idea di creare To Lose La Track e come si è sviluppata nel tempo.

Dalle cantine (anche se il magazzino di TLLT sta ancora nel mio garage) alle ribalte di Facebook =) la strada è stata lunga ma divertente e ci sono voluti 9 anni per stare dove siamo. Prossimo anno sono 10 anni che TLLT esiste, nata un po' per divertimento un po' per FARE qualcosa di buono con la musica che ci piace, la musica dei nostri amici che prima erano sono quelli di qui, in Umbria, poi la cerchia si è allargata e come dice Francesco di Baston8 (che riassume un po' tutto) "La filosofia dietro To Lose La Track è che A&R e scouting e quelle robe lì non servono. Si fa le cose con gli amici e si vede dove si arriva. Ha iniziato un sacco di anni fa e continua a lavorare più o meno allo stesso modo, un disco e un concerto alla volta".
 
 
2) Perché hai scelto di stampare in vinile?

Inizialmente siamo partiti con release in formato cd, vuoi per l'economicità della stampa in questo formato e perché ci sono molte più aziende in Italia che lo fanno. Però l'idea era quella di approdare prima o poi al formato vinile. Appena siamo diventati un minimo più scafati e appena presi i contatti giusti è stata la naturale evoluzione anche se in alcuni casi il cd viene ancora richiesto dal pubblico (soprattutto quello più giovane) e per certe produzioni in collaborazione con altre etichette (vedi le uscite di HAVAH dove il vinile è stato curato prima dai ragazzi di LEGNO e per l'ultimo da SOLO, il negozio di dischi di Milano) noi ci siamo occupati della stampa del cd.
 
 
3) Come ti organizzi con la stampa e la distribuzione delle copie dei dischi?

Riguardo alla stampa abbiamo i nostri contatti fidati che curano la produzione in tutti i dettagli, alcuni li facciamo con i sopracitati guaglioni di Legno, che seguono tutta la linea produttiva (tshirt, cd e vinili) dei Gazebo Penguins per esempio. Altri, come per l'ultimo dei DAGS! ci pensiamo direttamente noi contattando i pochi stampatori disponibili in Italia (in realtà me ne viene in mente solo uno, Phonopress in questo caso, che fa un lavoro certosino e super personalizzato, vedi foto allegata). Il doppio vinile di "Knots" dei Crash of Rhinos, ristampato già una volta, invece l'abbiamo stampato con l'inglese DMS che in pratica è un ufficio di Plymouth, UK che segue la produzione ma fisicamente stampa i dischi in Repubblica Ceca da un'azienda che si chiama CMZ dove attualmente viene fatto il 70% dei vinili europei: in questo caso la scelta è avvenuta perchè erano 3 le etichette coinvolte, noi, Big Scary Monsters (UK) e Topshelf Records (USA).
Riguardo alla distribuzione in Italia è seguita da Audioglobe che non ha bisogno di presentazioni. Mentre facciamo capolino anche fuori dell'Italia, in Giappone ad esempio grazie a Disk Union. Gli americani invece possono trovare qualche nostra produzione da Insound, gli amici inglesi invece da Rough Trade.
 

4) Spiegaci come scegli i gruppi da stampare e che rapporto hai con loro.

Tutto viene da relazioni con amici abbastanza aperte =)
Ci arrivano tante mail ogni giorno ma raramente si parte da una mail per quel che mi riguarda. Molto delle persone che pubblicano con TLLT sono amici che abbiamo incontrato per strada, ai festival, ai concerti, gente che come noi si sbatte e con cui condividere qualcosa, un disco, un concerto, un festival.

5) Chi ti piacerebbe stampare e quali progetti hai per il futuro?

Volevo stampare l'ultimo dei Braid ma poi è arrivata prima Topshelf Records! Scherzi a parte mi sto togliendo diverse soddisfazioni e già la prossimissima release in vinile di CRIMEA-X (Jukka dei Giardini di Mirò e Dj Rocca) che uscirà a ottobre e che rifanno i pezzi di John Carpenter rappresenta un cassetto che si è aperto dove avevo custodito un sogno.

6) Come vedi la realtà delle piccole etichette all’interno del nostro paese e in relazione con Europa e resto del mondo?

Il panorama americano è molto più organizzato che qui in Italia.
Vuoi anche perchè il mercato di riferimento è molto più grande numericamente parlando e ci sono più kids che ascoltano e comprano. Soprattutto il fatto che molte band pubblicano canzoni cantate in italiano rappresenta un limite per l'apertura del mercato ma d'altra parte c'è un grossa soddisfazione a cantare i pezzi sotto al palco in italiano (cosa che ho scoperto da pochi anni, prima coi Dummo e con gli Altro, poi coi Fine Before You Came e i Gazebo Penguins).

7) Come ultima curiosità, svela ai lettori di 7pollici qualè stato il primo vinile che hai ascoltato in vita tua e il primo che ti sei comprato.

Non ricordo l'anno, deve essere stato il 1988 o giù di lì. Avevo appena ricevuto in regalo per non ricordo quale ricorrenza uno stereo combo (senza lettore cd che era ancora troppo caro) con annesso giradischi, una roba non troppo di qualità ma che resiste ancora oggi nel garage di mio padre perchè un tempo l'elettronica di consumo era una cosa seria. Mi ricordo che proprio mio padre mi accompagnò ad acquistare due vinili, all'epoca ambitissimi: il doppio LP di LIVE AFTER DEATH degli IRON MAIDEN e LIVE IN UK degli HELLOWEEN. Tutti e due live, una sorta di best of dei rispettivi gruppi che come partenza della collezione di un giovane metallaro ci poteva stare. Il problema fu che ero poco pratico di questo formato (all'epoca solo cassette registrate) e purtroppo al secondo ascolto il primo vinile di Live after death mi cadde dalle mani e si spaccò (sogno la scena di notte ancora oggi!). Il giorno dopo mio padre, mosso a compassione, tornò a comperarne un'altra copia =)

Grazie per la disponibilità e in bocca al lupo per tutto. Ci si vede domenica ad Umbertide (PG) per l'Italian Party 2014. Lunga vita e prosperità!

grazie a te del supporto!
 
https://www.facebook.com/events/800298706655196/
 

sabato 19 aprile 2014

Record Store Day tutto l'anno!

Oggi è il Record Store Day, oggi è la festa del vinile. In questa importante ricorrenza, noi di 7pollici vogliamo rendere omaggio e farvi conoscere chi ancora in Italia stampa e produce dischi come piace a noi, ovvero rigorosamente in vinile. Sono poche realtà che però lavorano bene, con passione e dedizione, tanto che sono riuscite a costruirsi una piccola fetta di fans e affezionati. Chi compra in vinile, è un ascoltatore attento e preciso, che segue le uscite, va ai concerti e supporta volentieri il lavoro e la fatica che queste piccole realtà italiane portano avanti da tempo, sempre con grande entusiasmo. Andiamo con ordine.


La prima realtà che vi vogliamo presentare è To Lose La Track, attivissima etichetta umbra portata avanti con tanto cuore e qualità da Luca Benni. Il suo catalogo è davvero lungo e c'è né per tutti i gusti. Provare per credere. Tra gli altri vi segnaliamo Gazebo Penguins, Fast Animals and Slow Kids, Il Buio, Minnie's, L'Amo, Chambers, Crash of Rhinos e Caso.


Direttamente da Napoli i ragazzi di Fallo Dischi stampano musica e realizzano concerti per tenere viva la scena musicale della propria città. Ragazzi con il sorriso stampato in faccia sempre, orgogliosi della propria terra e della musica che promuovono. Vi innamorerete facilmente di loro e dei loro gruppi. Provate ad ascoltare il nuovo disco dei Lantern e ci darete retta.


Difensori e paladini dei tre accordi, i ragazzi di One Chord Wonder si sono da pochissimo tempo fatti notare per produzioni interessantissime e gustosissime a suon di punk-rock suonato con i Ramones nel cuore. Tanta passione, copie limitate e ad edizioni speciali rendono i dischi dell'etichetta milanese delle perle rare da avere assolutamente nella propria collezione. 

Etichetta attivissima dal 2009, con più di cinquanta uscite, la Surfin' Ki è una certezza di musica rock'n'roll di qualità ormai da anni. Il buon Carlo si sbatte una cifra producendo e stampando davvero tanto materiale di qualità che in Italia altrimenti non avremmo. Supportatelo, date un ascolto ai suoi dischi e fateci spesa. Non ve ne pentirete. Davvero.


In conclusione vi presentiamo, Striped Punk Rock Shop, non una vera e propria etichetta ma uno shop on-line gestito direttamente da Andrea dei Manges. Qui potete trovare la maggior parte delle uscite più interessanti italiane e straniere per quanto riguarda il punk-rock, pop-punk, rock'n'roll e l'hardore. Dischi, cd, magliette e merch per tutti i gusti e per tutti i vostri desideri. Un bel punto di riferimento. Supportare!

domenica 12 gennaio 2014

One Chord Wonder intervista


7pollici con l'anno nuovo inaugura una nuovissima rubrica dedicata alle etichette che ancora stampano in vinile. La prima etichetta che abbiamo voluto intervistare è la One Chord Wonder e il suo guru Davide Speciani.
Buona lettura!

1) Ciao Davide, presentati ai lettori di 7pollici e raccontaci come è nata l’idea di creare One Chord Wonder e come si è sviluppata nel tempo.

L'idea di avere un'etichetta l'abbiamo sempre avuta da quando ascoltiamo questo tipo di musica e sono quasi vent'anni ormai; parlo al plurale perchè gli onnipotenti despoti della OCW sono due, io ed il Parolone. Dicevo, l'idea dell'etichetta ci ha sempre solleticato il palato, ma la pigrizia e la mancanza di quattrini han fatto sì che il progetto rimanesse tale fino all'inizio 2013 quando, per superare il periodo di crisi che attanaglia l'Italia, abbiamo finalmente deciso di passare all'azione e diventare ricchi. Non è passato neanche un anno, abbiamo fatto uscire 5 dischi della Madonna, ci siamo trasferiti in una villa con piscina e giriamo in limousine.

2) Perché hai scelto di stampare in vinile?

Il vinile è l'unico formato che reputiamo degno della grandiosa musica che produciamo. I cd fanno schifo, c'è poco da dire.

3) Come ti organizzi con la stampa e la distribuzione delle copie dei dischi?

Prendo il merdoso cd con i pezzi del gruppo, lo porto alla fabbrica di vinili, mercanteggio per un'ora col rabbino a capo della suddetta fabbrica, come da copione non riesco a spillargli nemmeno 1 euro di sconto, accetto il preventivo piangendo e torno a casa deluso; dopo due settimane rieccomi alla fabbrica dei vinili, mi incazzo perchè il rabbino ha sbagliato qualcosa, lui mi abbindola con scuse puerili, io ci casco e torno a casa contento con i miei vinilozzi.
Finora abbiamo sempre fatto edizioni limitate a 100/150 copie, proprio per il problema della distribuzione.

Noi riusciamo a fare qualcosina facendo pubblicità sui vari social network, il resto generalmente lo fa la band stessa.

4) Spiegaci come scegli i gruppi da stampare e che rapporto hai con loro.

I gruppi che stampiamo devono avere due requisiti: piacerci e suonare in giro (perchè altrimenti, come detto poco sopra, i dischi ce li teniamo tutti nell'armadio).
I gruppi fondamentalmente ci odiano perchè loro ci mettono il talento e noi diventiamo ricchi alle loro spalle, ma i contratti parlano chiaro! La prossima volta imparate a leggerli bene prima di firmare, stronzi!

5) Chi ti piacerebbe stampare e quali progetti hai per il futuro?

A Parolone sarebbe piaciuto fare un 7” ai Teengenerate in occasione della recente reunion. Ci abbiamo provato, ma abbiamo fallito. Io invece punto al prossimo disco degli Screeching Weasel e sembra procedere tutto bene, stiamo giusto definendo i dettagli, dobbiamo solo capire come allegare al disco un cubetto di ghiaccio senza che si sciolga.

6) Come vedi la realtà delle piccole etichette all’interno del nostro paese e in relazione con Europa e resto del mondo?

La realtà delle piccole etichette italiane credo sia quella della mera sopravvivenza: fare dischi per il piacere di farli, far girare musica che si reputa figa e sperare di andare in pari. La relazione col resto del mondo credo sia quasi inesistente. Comunque non ho capito perchè fai questa domanda a noi che siamo praticamente una major.. vai a intervistare la Bedo Records, loro sì che stanno con l'acqua alla gola.

7) Come ultima curiosità, svela ai lettori di 7pollici qualè stato il primo vinile che hai ascoltato in vita tua e il primo che ti sei comprato.

Il ritardo con cui ti rispondo è dovuto proprio a quest'ultima domanda. Sono due giorni che mi arrovello il cervello, ma non ho raggiunto nessuna certezza. Il primo vinile che ho ascoltato sarà sicuramente qualche 45 giri dei cartoni animati che ai miei tempi si ascoltava nel mangiadischi (quanto vorrei che mia madre non l'avesse buttato): dico lo split “Il Grande Mazinga/Jeeg Robot d'Acciaio”.
Il primo vinile che ho comprato invece è sicuramente un disco punk rock e l'avrò comprato intorno al 95: quindi sparo a caso un “Move back home” dei Queers, perchè mi piace credere che sia così anche se in realtà sarà “Punk in drublic” dei NOFX.

Grazie per la disponibilità e in bocca al lupo per tutto. Lunga vita e prosperità!