sabato 18 luglio 2020

7pollici di carta numero dodici


Ben ritrovati amici di 7pollici, la vostra fanzina su A4 preferita torna dopo un anno di pausa con questo nuovo numero dodici, per tutti gli amanti della buona musica e delle autoproduzioni in generale. 7pollici sostiene da sempre chi si sporca le mani per farsi le cose da solo in qualsiasi ambito, proprio come facciamo noi da sempre. Questo numero lo vogliamo dedicare a chi si batte quotidianamente per la difesa dei diritti. Partendo dalla foto di copertina a cura del fotografo e video maker Stefano Muchetti, che ha ritratto i giovani partecipanti alla manifestazione cremonese aderente al movimento Black Lives Matter, nato negli Stati Uniti e sviluppatosi ormai in tutto il mondo. Anche noi vogliamo aderire a questo cambiamento. Sulle pagine di questo numero troverete infatti un’intervista a cui teniamo molto. Il poliedrico Johnny Mox ci parla della sua ultima produzione musicale, di come ha passato a casa il lockdown e del suo progetto musicale “Stregoni” che ben si allinea con le rivendicazioni del movimento BLM. All’interno di questo numero siamo ancora orgogliosi di ospitare il fumettista Riccardo Ronchi ideatore dei Fumetti Sbagliati che ci propone una vignetta sul tema di questo numero. Per quanto riguarda la parte prettamente musicale, potete leggere la recensione di “Big Sleeper”il fantastico disco d’esordio della band inglese In Technicolour che ci spettina a suon di stoner rock e una selezione di imperdibili uscite in 45 giri. Ora non mi resta che augurarvi una buona lettura e invitarvi a supportare con l’acquisto in vinili di gruppi ed etichette che nel nostro Bel Paese si sbattono un sacco per stampare la propria musica ancora in questo fantastico formato, specialmente in questo periodo.  
A risentirci al prossimo numero in un mondo migliore. Gabba gabba hey!

Il numero dodici di 7pollici di carta lo puoi scaricare qui: shorturl.at/myLU7

Lo stampi, lo pieghi e lo leggi dove vuoi.


Zet

giovedì 16 luglio 2020

Intervista a Johnny Mox


Anteprima del nuovo numero di 7pollici di carta in uscita nei prossimi giorni. Ringraziamo Johnny Mox per la disponibilità e le parole importanti che ci ha scritto rispondendo alle nostre domande. Vi auguriamo una buona lettura. 7pollici di carta numero dodici coming soon…


1) Ciao Johnny, benvenuto sulle pagine di 7pollici di carta. Musicista, giornalista, agitatore culturale, osservatore attento, sei tutto questo e tanto altro. Presentati ai nostri lettori.

Ho cominciato con il rap. Poi mi sono avvicinato progressivamente a tutti gli strumenti. Ho suonato la batteria, la chitarra, il piano, la tromba in varie formazioni. Nel 2008 quando ero negli Usa ho fatto partire il mio progetto solista legato all'utilizzo dei loop e ad una personale reinterpretazione del gospel. Negli anni ho avuto la fortuna di collaborare con tanti musicisti diversi che hanno fatto parte della mia band (Moxters of the Universe). Dal 2016 assieme ad Above the Tree ho un progetto, Stregoni, una meta-band che si occupa esclusivamente di Immigrazione.

2) Siamo rimasti piacevolmente colpiti dall’uscita di “Spiritual Void”, il tuo ultimo disco registrato in maniera non convenzionale e accompagnato da un video stupendo che dà voce al nostro pianeta messo decisamente male. Ce ne vuoi parlare?

E' un disco particolare, una sola traccia di 16 minuti, composta nei boschi attorno a casa mia utilizzando una app che permette di registrare i loop. E' una lunga suite esclusivamente vocale con strati di voci che ripeto ossessivamente la parola "Help".
Ci ho lavorato un inverno intero: è una riflessione sull'eterno rapporto di interdipendenza tra uomo, natura e spiritualità. Non è la natura a chiedere aiuto: la natura, come si vede chiaramente nel video è spietata, bellissima e in continuo mutamento. L'ambiente sopravviverà alla sete di dominio umano. Gli uomini invece devono cambiare il loro rapporto con la competizione, devono riscoprire che vulnerabilità significa interdipendenza.



3) Come hai passato il periodo di lockdown, ti è servito per comporre e scrivere musica? Come la vedi la ripresa e quali saranno i tuoi progetti futuri?

Non sono riuscito a fare niente per due mesi. Ho bisogno di passare attraverso le cose per riuscire a raccontarle. Non ho fatto dirette streaming nè canzoni sulla quarantena ma ho messo su una "band" con mio figlio Giona alla "batteria". E' stato un periodo prezioso di grande riflessione e da qualche tempo la musica è tornata. Se tutto va bene entro l'estate registrerò i pezzi nuovi.
La ripresa la vedo necessaria e credo che per i circuiti più piccoli dovrebbe essere un'occasione per rilanciare, per essere più ambiziosi. Non credo ci sia nessuno che avrebbe problemi a fare un doppio liveset alle 21 e alle 23.


4) Cosa ne pensi del movimento spontaneo Black Lives Matter nato negli USA e sviluppatosi in tutto il mondo? Tu da anni porti avanti un progetto musicale con migranti che si chiama Stregoni, ce ne vuoi parlare? Cosa può fare la musica per migliorare la situazione?


Quando ho saputo della morte di George Floyd ho pensato che l'ondata di rivolte sarebbe rimasta confinata in Usa. La ritenevo l'ennesima segno del progressivo declino della sfera dell'influenza americana sulla cultura occidentale. Mi sbagliavo.
Il movimento è importantissimo non fraintendermi, ma in Europa abbiamo una situazione di fragilità estrema che avrebbe bisogno di un vero movimento continentale. Nel mediterraneo sono morte migliaia di persone negli ultimi 10 anni, senza contare la vergogna del caporalato. Non è vero, come si dice in questi giorni, che nessuno si inginocchia per loro: ma è evidente che sul tema dell'immigrazione si è giocata una partita politica miope e cinica.
Con Stregoni abbiamo cercato costantemente di rappresentare e fare emergere il punto di vista dei migranti cercando di creare un luogo aperto di confronto che sfidasse i confini della band. In tre anni abbiamo suonato con 5000 richiedenti asilo. La musica ha il potere di ridurre lo spazio tra le persone ma odio quando le si chiede di trovare soluzioni o indicare una strada. La musica è lo specchio di quello che succede.  Sai qual è una delle colonne sonore delle rivolte BLM in Usa? "Dior" del rapper Pop Smoke assassinato a febbraio a Los Angeles.