domenica 31 gennaio 2016

Caso - Cervino


A scrivere di questo disco sono un po’ emozionato, perché Caso con il suo modo di suonare gentile e ordinato mi emoziona sempre. In questo nuovo disco poi io mi ritrovo in tante parti dei suoi testi. Ma penso di non essere il solo e questo un po’ mi tranquillizza. Infatti sapere di non essere da soli a dover scalare una montagna o a dover difendere il proprio regno è già qualcosa. Ci fa prendere bene. Già, perché ognuno di noi ha da scalare il proprio Cervino e prima noi gli diamo un nome, lo focalizziamo e lo affrontiamo, la nostra scalata sarà più facile. Poi che soddisfazione sarà, guardare il mondo da lassù? Intanto rimaniamo giù in pianura a pedalare con questo disco nelle orecchie e nella testa sempre. Le parole di Caso raccontano di avventure, fotografie, ricordi e racconti che ci accomunano tutti quanti, perché “canta a memora il motore, la strada verso casa e la canzone di un cantante di cui non ricordo il nome sembra enorme, scritta solo per noi due.” Caso è un cantastorie che ci tiene con i piedi per terra e il nostro cuore aperto nella mano. Con le sue canzoni ha il potere di metterci a nudo e farci emozionare. Sempre. Le sue parole sono precise, dolci e taglienti allo stesso modo. In questo Cervino le undici canzoni sono la perfetta colonna per qualsiasi momento della giornata che vogliamo dedicare a noi. Stoppiamoci e ascoltiamoci. Perché “sono ancora io quello che tira il rigore, vale tutto dalla macchina al cancello e c’è un pensiero così forte che sfonda la porta, sfonda la porta e il petto”. Capito? Che poi starete meglio.
Di solito va da solo ma a sto giro per salire sul Cervino, Andrea Casali in arte Caso, si è fatto accompagnare da Riccardo Zamboni alla chitarra elettrica, Gregorio Conti al basso e Stefano Zenoni alla batteria. La bellissima copertina è di Davide Reviati e il disco in vinile è fuori grazie a Sonatine Produzioni e Corpoc.

Tracklist:

Lato A
1)    Blu elettrico
2)    Stanze buie
3)    Atletica leggera
4)    Nettuno
5)    Lario

Lato B
1)    Buste
2)    Santo Patrono
3)    Denti di ferro
4)    Pressione alta
5)    FM

sabato 30 gennaio 2016

Montana – Spergiuro

Spergiuro è l’ultimo disco dei Montana, uscito lo scorso anno in Febbraio ma arrivato nel nostro giradischi sfortunatamente solo da poco. Già, perché sto discone qui ci piace e ci gasa un sacco. Spergiuro è stato suonato e registrato dalla precedente formazione dei Montana, perché a parte per Fra alla voce che è l’unico rimasto, tutti gli altri componenti sono cambiati. Siamo curiosi di sentire quindi cosa ci regaleranno in futuro, ma intanto ci godiamo questo disco qua. Dieci pezzi veloci che non ti lasciano fiato, tirati senza alcuna remora, suonati benone e urlati in maniera precisa ed efficace. Testi in italiano, taglienti come una lama che ti arrivano dritti in faccia senza che aver il tempo di accorgersene.  “Non mi pesa sulla coscienza il maledire la tua esistenza, penso che io non sia il solo a farti dono del proprio odio” urla Fra dal testo di Magnete che è una bomba nello stomaco. Punk-rock non convenzionale, ritimi veloci e un cantato urlato fanno di questo disco una vera chicca. Tutte le canzoni sono una mina via l’altra. I Montana vengono da Fano e gli aspettiamo a braccia aperte in attesa del prossimo disco. Questo, è uscito grazie a SonatineProduzioni, Fallo Dischi e la francese Crapoulet Records. Le bellissime grafiche che accompagnano il vinilone sono a cura di Elvira Pagliuca. Lunga vita ai Montana!

Tracklist:

Lato A
1)    Zavorra
2)    Bussola
3)    Elite
4)    Clausura
5)    Ossequi

Lato B
1)    Lezione
2)    Magnete
3)    Mattinale
4)    Eclatante
5)    Podio

lunedì 18 gennaio 2016

The Arcs - Yours, Dreamily


The Arcs, ovvero Dan Auerbach (the Black Keys) ed una band al seguito formata da musicisti amici dello stesso. Il disco in questione è uscito il quattro settembre duemila e quindici. La band è stata fondata sempre nel duemila e quindici.
"Good Morning, Children, welcome to school" così apre il disco ed il viaggio ha inizio... catapultati in anni lontani, passati ma che guardano molto al futuro.
"Yours, Dreamily," è il frutto di jam sessions tra amici, di canzoni che potrebbero benissimo stare in qualche vecchio lavoro dei B.K. per intenderci quelli pre "El Camino". Potrebbero continuare il discorso intrapreso con l'ultimo B.K. "Turn Blue". Potrebbero...
Invece qui abbiamo un piccolo gioiellino di musica ispirata, dove si capisce che il "progetto" (non mi piace usare questo termine ma questo è un progetto fatto e finito)è nato tra amici e tra amici continuerà. Un tour c'è stato sì è vero. Ah, sono passati da Milano ed il sottoscritto c'era. Che live!!! Ma come hanno dichiarato gli stessi the Arcs: la band potrebbe rilasciare un prossimo disco come potrebbe non esserci più in futuro.
Questo si sente nelle tredici canzoni contenute in questo vinile. Sudore, blues, psychedelia, sensualità, trip musicalmentali, atmosfera rilassata e tanta voglia di suonare.Tutto questa senza dover rendere conto a nessuno. La voce poi magica come sempre, così come il suono della chitarra. A dare manforte al frontman dei Black Keys, un suono di basso molto vintage e ricercato, DUE batterie (uno dei due batteristi si occupa anche del basso fuzzoso), tre coriste Mariachi (proveniente dalla all female mariachi band; Mariachi Flor de Toloache) ed una Farfisa, creano il ponte sonoro tra il vostro giradischi (o lettore cd) ed il mondo dei sogni psychedelicomusicali.
Il mio consiglio è quello di dare un ascolto e verrete rapiti subito.
Ah, nota particolare all'artwork in generale che ben si sposa con la proposta musicale. Semplice, minimale e d'impatto.

1."Once We Begin (Intro)"  
0:31
2."Outta My Mind"  
3:34
3."Put a Flower in Your Pocket"  
3:55
4."Pistol Made of Bones"  
  • Auerbach
3:22
5."Everything You Do (You Do for You)"  
  • Auerbach
  • Michels
3:07
6."Stay in My Corner"  
  • Auerbach
  • Michels
  • Movshon
  • Steinweiss
3:19
7."Cold Companion"  
  • Auerbach
  • Michels
  • Swift
3:55
8."The Arc"  
  • Auerbach
  • Michels
  • Movshon
  • Steinweiss
3:52
9."Nature's Child"  
  • Auerbach
  • Michels
3:12
10."Velvet Ditch"  
  • Auerbach
  • Michels
  • Swift
3:12
11."Chains of Love"  
  • Auerbach
  • Michels
  • Swift
3:11
12."Come & Go"  
  • Auerbach
  • Michels
4:00
13."Rosie (Ooh La La)"  
  • Auerbach
  • Michels
  • Swift
3:46
14."Searching the Blue"


giovedì 14 gennaio 2016

The Veterans Qu4rtet - S/T

E’ proprio in giornate fredde e grigie come queste che hai bisognio di un disco dei Veterans. Accendi lo stereo, levi il disco dalla bustina, lo metti sul piatto del giradischi e fai scendere la puntina. Tac, in un attimo ti prendi bene, ti lasci fuori il brutto dell’inverno che ti sembra di nuovo estate e non smetti più di ascoltare questo sette pollici. Rocket Summer, il lato A di The Veterans Qu4rtet, ha proprio questo effetto qui. Al bar i miei amici lo chiamano effetto di “presobenismo”. Avete presente? Comunque se non ci credete, provate per credere. Il ritornello e il riff di chitarra di questa canzone, vi rimarranno appiccicati in testa come una gomma da masticare per tanto e tanto tempo. Io ormai sono innamorato folle di sto pezzo qui e continuo a cantarmelo. E sul lato B invece? Qui troviamo la cover di The Whole World Lost Its Head delle mitiche Go-Go’s, riarrangiata e suonata come si deve. I coretti della Ally sono messi al punto giusto e con i riffettoni surf del buon Alex ti sembra di essere in spiaggia a bere un fresco mojito. E via andare senza più pensieri. Questo quaratacinque giri è il giusto mix tra punk-rock e musica surf-rock, il tutto suonato con amore e grande dedizione. La storia dei The Veterans è mitica e fatta di ottimi dischi, grandi collaborazioni e  se non la conoscete la potete trovare sul loro nuovissimo sito internet. A sto giro i Veterans sono: Andrea Manges (mente, anima e voce del gruppo), Alex Bounty (chitarra e cuore) la Ally dei Teenage Bubblegums (basso e coretti da paura) e Lorenzo dei Ponches (batteria e sudore). Questo disco è fuori grazie all’italianissima e di casa Manges, Striped Records e la statunitense e sinonimo di qualità It’s AliveRecords. Dentro ci trovate pure le splendide grafiche di Riccardo Bucchioni a cornice di tutto. Insomma una garanzia su tutti i fronti. Fatevi un favore, se vi volete prendere bene fate vostro questo disco.


Tracklist:
Side A – Rocket Summer
Side B – The Whole World Lost Its Head

martedì 12 gennaio 2016

Raein – Perpetuum

Recensire un disco a distanza di numerosi mesi dall’uscita, talvolta, può rivelarsi una mossa azzeccata o quantomeno onesta. Sì, perché Perpetuum, l’ultima fatica autoprodotta dei veterani Raein, ha debuttato in digitale sul finire della primavera 2015 per poi essere stampato in vinile nel successivo giugno e, devo ammetterlo, sulle prime non mi aveva convinto del tutto. Parliamoci chiaro: io apprezzo moltissimo i Raein, sono profondamente legato a “Ogni nuovo inizio” e ho goduto ascoltando “Sulla linea d'orizzonte…”. Ed essendo Perpetuum un ritorno sulle stesse coordinate seguite in precedenza dal gruppo, era impossibile che mi facesse schifo. In realtà, bollarlo dopo qualche ascolto come niente più che un bel compitino è stato un errore grossolano: perché, nonostante il mestiere, il mini-album (poco più di 17 minuti di durata) è più stratificato e intenso di quanto possa sembrare. E soprattutto rimane in testa e ti lascia qualcosa a livello emozionale. Rimane dopo mesi a prenderlo e rimetterlo via più volte. Inoltre ci sono delle differenze sostanziali. La più evidente sta nel cantato meno tagliente e lancinante rispetto al passato ma più corale, ovattato, stratificato. L’alternarsi soft/loud richiama più il post-rock che non il post-hardcore ma, al di là delle etichette, c’è dentro un po’ tutta la loro produzione espressa emozionalmente in modo diverso. Non c’è nulla di innovativo? Beh, non è obbligatorio che ci sia. Io mi sento di affermare tranquillamente che questo disco possa dare il suo contributo come colonna sonora del momento a fare da cornice alle proprie situazioni, specie se si è cultori del genere (ma non per forza). Breve, compatto e al contempo solido, eterogeneo e viscerale. Mi ha ricordato i vecchi tempi, quando lo stesso disco girava per mesi dopo l’acquisto e gli si dava il giusto tempo per crescere, maturare e farlo proprio.



Tracklist

01. Salvia

02. Tutte parole d'amore

03. Drvenik

04. Giovanni Drogo (Requiem)

05. Polline. Pensieri generosi delle donne

06. Senza titolo




Recensione a cura di Andre (andrenirvsonic@gmail.com)

domenica 10 gennaio 2016

The Buns






Sette Dicembre duemila e quindici
Mi reco in un noto locale cremonese per assistere al live di questo duo "all female" Francese vuoi perché i video "nel tubo" mi hanno incuriosito, vuoi perché il giorno dopo è festa.
Ottima scelta! Concerto coinvolgente carico di garage rock atmosfere anni 50, energia, sudore, pochi fronzoli si va diretti al punto con loro. Finendo con un bis "a cappella" e pubblico coinvolto (il brano era "I want". A fine live compro il loro primo ep in vinile, successivamente il secondo su Itunes. Due Brani totali in questo vinile.
"One more Shot" e "the true story of Molly Jin & June Cooper"
La prima è un rock blues semplice ma, ovviamente, orecchiabile. La voce di Molly è impeccabile,così come i contro cori di June.
Il secondo brano è uno psycho rock ballabile senza molte pretese che va dritto al punto.
The Buns strizzano l'occhio ai primi Eagles Of Death Metal, alle radici del rock, ai White Stripes (cito alcuni nomi così avete un quadro della proposta musicale).
Alternano cantato inglese a quello francese. Due voci, strutture dei brani semplici e dirette vi faranno muovere i piedini a ritmo. IMPOSSIBILE STARE FERMI.
Ok, non sarà niente di nuovo ma se dovessero passare dalla vostra cittadina andate assolutamente a vederle!

Tracklist

A) One More Shot
B) The True Story of Molly Jin & June Cooper




David Bowie- Blackstar

Il Duca Bianco compie 69 anni e proprio in questa data (8 Gennaio 2016) lancia sul mercato discografico il suo venticinquesimo disco in studio-  cinquantadue dischi totali tra studio, live, raccolte- 
Noi di 7 pollici non potevano non parlarne ed in particolare il sottoscritto. 
Ovviamente io ho comprato il vinile perché Lui va assolutamente ascoltato in vinile! Da sottolineare il bellissimo packaging del disco.
Poche parole per descrivere questo lavoro musicale. Il resto giustamente starà a voi scoprirlo.
BlackStar, il titolo di questo disco viene subito apprezzato dalla critica che lo definisce "anti-pop per eccellenza".
Al suo interno si trova molto jazz, contaminato da suoni industriali, ballate folk, sonorità hip hop. Insomma, Bowie dimostra di non avere confini musicali e di voler sempre osare. Ci mancherebbe mi permetto di aggiungere, con l' esperienza che il nostro possiede.
Sette le tracce del disco, dove il Sax spesso ne fa da padrone assieme alla parte ritmica che svolge un ottimo lavoro, complesso per niente banale e ricco di tempi diversi ed incastrati alla perfezione. 
La voce di Bowie è sempre al massimo, così come il suo recitare le parti cantate.
Complesso, articolato, da ascoltare più di una volta. Quando lo capirete, verrete rapiti dalle sue atmosfere romantico ipnotiche.  
Un disco da avere a tutti i costi per capire cosa la musica può ancora dare nonostante sia stato scritto e sentito (quasi) tutto.

Tracklist

Blackstar
‘Tis a Pity She Was a Whore
Lazarus
Sue (Or In a Season of Crime)
Girl Loves Me
Dollar Days
I Can't Give Everything Away


sabato 9 gennaio 2016

White Pagoda - Everything Explodes

 Everything Explodes è il nuovo album dei White Pagoda ed esce proprio in questi giorni per SonatineProduzioni, Let’s Goat Records e Area Pirata. Questo è il terzo disco della band toscana, preceduto dal 7” del 2014 uscito per Spectre Records, Area Pirata e Rocketman Records. I White Pagoda suonano un bel mix di punk-rock tirato, garage isterico che non ti lascia alcuna tregua e fantastiche melodie pop. Come dicono loro stessi questo è un disco di dodici pezzi che messi assieme durano il tempo di una canzone dei Dream Theater. La giusta colonna sonora per una sveltina. Le canzoni si suggeguono veloci una in fila all’altra, ti fanno muovere su e giù la testa e il piedino senza che tu te ne accorga. Gli arrangiamenti sono curati a puntino, così come i suoni delle registrazioni, davvero buoni. I pezzi gasano al punto giusto e si fanno godere. Ad accompagnare il tutto ci sono poi le bellissime grafiche a cura di Marco About, ottimo disegnatore di copertina e grafiche per i gruppi. Una garanzia. Cari amici del vinile, non potevamo che cominciare l’anno che con questo Everything Explodes per avere la carica giusta!


Tracklist:
1) Cherry Pies
2) Some trangers love
3) Long Tongues
4) You should be right
5) She’s gone
6) The right hand
7) Bride dog
8) Hi Sonic
9) Dee hi why
10) Sad girl
11) Violent (I feel fine)
12 ) It’s all wrong