sabato 24 dicembre 2011

RICCOBELLIS - "The Gangsters" e.p.

Nuovo entusiasmante 7" per i Riccobellis, il terzetto bresciano infettato dai Ramones per eccellenza.
Quattro nuovi pezzi davvero belli e interessanti, che ti rimangono subito attaccati in testa come una cicca da masticare.
Tre accordi, cori favolosi, melodia e arraggiamenti sempici ma efficaci, fanno di questo disco una vera perla.
Il mio pezzo preferito in assoluto è "In the mood for love" e il suo ritornello perfetto tra melodia e impatto ramonsiano "...why don't you wanna dance with me? my bubblegum girl, my bubblegum girl".
Da segnalare la fantastica e azzeccattisima scelta di inserire un riff di tastiera in "Love from the flaming moon", che rende il pezzo ancora più melodico e completo.
Davvero un'ulteriore salto di qualità e di crescita per i Riccobellis, che in pochi anni, molti concerti e diverse uscite su 7", cd e partecipazioni a svariate compilation si sono guadagnati schiere di fans e di sostenitori.
Il disco è uscito per l'olandese Monster Zero, una conferma che ormai questo gruppo si sia guadagnato rispetto e favore anche oltre i confini nazionali.
Complimenti ai Riccobellis, un'ottima realtà musicale nostrana da sostenere.

Tracklist:

Side A
1) Caught in a time warp
2) The Gangsters

Side B
1) In the mood for love
2) Love from the flaming moon


http://www.myspace.com/riccobellis

mercoledì 7 dicembre 2011

Geoff Useless / Teenage Gluesniffers - Split


Nuovo split per i nostrani Teenage Gluesniffers e l'americano Geoff Useless.
Il lato A è targato stelle e strisce dal buon vecchio Geoff già visto all'attivo in band come The Queers, The Guts e The Nobodys.
Geoff ci propone l'inedita e carina"Scrawny Fuck" accompagnata da una cover rivisitata quasi in versione acustica dei Green Day, l'intramontabile "86".
I due pezzi scivolano via bene all'ascolto ma hanno decisamente poco tiro.
Sul lato B invece, troviamo due pezzi inediti e belli carichi dei milanesi Teenage Gluesniffer, che si confermano ancora una volta all'altezza nella sfida con un gruppo estero.
"Smell of Summer" e "Church on Sunday" sono davvero due bei pezzi, anzi diciamola tutta, sono i migliori due pezzi del sette pollici.
Almeno per una volta l'Italia batte gli USA con un sonoro 2 a 0. Grazie Gluesniffers, continuate così e voi sosteneteli andandoli a sentire live e acquistando i loro dischi.


Tracklist:

Side A
1) Scrawny Fuck
2) 86

Side B
1) Smell of Summer
2) Church on Sunday


Geoff Useless: www.geoffuseless.com
Teenage Gluesniffers: www.teenagegluesniffers.bandcamp.com

sabato 19 novembre 2011

Four Year Strong- In Some Way, Shape Or Form

Beards are back.
Nuovo e attesissimo lavoro in studio per la band di Worcester. Nonostante l'uscita di Josh dalla band, e la conseguente perdita del sintetizzatore su basi hardcore, che li aveva caratterizzati, e il passaggio ad una major come la Universal, i FYS non hanno deluso. Anzi.
L'attitudine è più rock rispetto ai lavori precedenti, prendendo un po' le distanze dal pop punk hardcore. I fan più "puristi" avranno di che lamentarsi, ma il risultato è davvero ottimo. Dimenticatevi "Rise Or Die Trying", e pure "Enemy Of The World", perchè "In Some Way Shape Or Form" segna una nuova era per le barbe, senza però perdere lo stampo che le contraddistingue.
Rinunciando a all'uso sfrenato del doppio pedale e a qualche virtuosismo chitarristico di troppo, i Four Year Strong sfornano dodici pezzi pregevoli.
L'album si apre con "The infected", pezzo ruvido e veloce. Si procede con "The Security Of The Familiar, The Traquility Of The Repetition", pezzo ritmato che ti si attacca con il "someone save me from my self" del ritornello.
Si prosegue con il primo singolo estratto, "Stuck In The Middle", pezzo potente e catchy che quasi ricorda i Foo Fighters. E' poi la volta della bellissima "Just Drive", quasi un lento.
Bello anche "Falling On You", singolo uscito tra Stuck in The Middle e Just Drive.
Notevole anche "Heaven Wasnt' Built to Hold Me", con un intro che suona un po' alla Paramore e dove le voci di Dan e Alan si incrociano alla perfezione.
Chhicca dell'album è il pezzo di chiusura, "Only The Meek Get Pinched, The Bold Survive", decisamente atipico per i Four Beard, che si apre con un intro di voce e piano, e prosegue a bpm umani, e un ritornello a più voci che richiama quasi gruppi rockmelodici degli anni dei Queen.
La dimostrazione che questi quattro ragazzi, qualunque svolta prendano, se ne escono con lavori sorprendenti, mai banali e di qualità.
Lunga vita alle barbe.


tracklist:

side A:
1- The Infected
2- The Security Of The Familiar, The Traquility Of The Repetition
3- Stuck IN The Middle
4- Just Drive
5- FireWeather Fan
6- Sweet Kerosene

side B:
1- Falling on You
2- Heaven Wasn't Built to Hold Me
3- Unbreakable
4- Bring On The World
5- Fight The Future
6- Only The Meek Get Pinched, The Bold Survive

year: 2011
label: Decaydance & Universal Motown Records

Screeching Weasel - “Carnival Schadenfreude”


Nuovo ep di sette pezzi sfornato da Ben Weasel e la nuova formazione degli Screeching Weasel.
Questo Carnival Schadenfreude è indubbiamente un bel dischetto, ma secondo me non raggiunge la potenza e la freschezza del precedente First World Manifesto.
Sette pezzi che si godono e scorrono via veloci, senza appunto rimanerti attaccati bene in testa, come mi era successo con l’ultimo lavoro prodotto in studio dalla band.
I pezzi sono scritti e arrangiati nei soliti e consolidatissimi canoni Weasel, senza però avere quell’appeal in più, che ci ha regalato dei capolavori in tutti questi anni di attività.
Le due canzoni che preferisco in assoluto di questo ep sono The Parasite Murders e No reason To Lie, che mi ricordano in qualche maniera i pezzi più azzeccati di First World Manifesto.
In generale, questa è la naturale prosecuzione dell’ultimo album che i nostri beniamini hanno prodotto, quindi non aspettatevi niente di più, ma neanche niente di meno.
Ben Weasel è sempre super produttivo e un punto di riferimento per il genere.
Un disco che se siete fans della band, dovete avere.


Tracklist:

1) Carnival of Schadenfreude
2) Fox News
3) Queen Kong
4) Muscle Mary
5) The Parasite Murders
6) No reason to lie
7) Under the bus

http://www.screechingweasel.com

domenica 21 agosto 2011

Screeching Weasel - "First World Manifesto"


Cosa c'è di meglio da fare in questo torrido fine agosto, che staresene a casa ad ascoltare in rotazione continua e perenne l'ultimo lavoro in studio degli Screeching Weasel?
First World Manifesto è uscito questa primavera, dopo undici anni di stop e doveva essere il rilancio per questa band leggendaria del punk-rock.
Poi però, sappiamo tutti cosa è successo: la rissa di Ben durante uno dei primi live, la dipartita degli altri e l'annuncio del mese scorso che il gruppo tornerà live in ottobre.
Tornando al disco, che è quello che più ci interessa, questo è un disco davvero bello.
Potenza, melodia, liriche intelligenti, arrangiamenti ben fatti e una voce unica nel suo genere.
Si comincia con Follow Your Leaders e subito ci arriva una bella botta in ghigna. Questo pezzo è un vero e proprio treno che ti arriva in faccia. Cori perfetti, un'arrangiamento curatissimo che ci fa amare fin da subito questo disco.
Proseguiamo poi con Frankengirl dalla melodia sconvolgente e Beginningless Vacation che ci riporta ad inizi anni novanta, e la cosa non fa che piacerci molto.
Dry is the Desert ha un intro che ci fa amare ed apprezzare la bellissima e inconfondibile voce di Ben Weasel. Questo è un esempio lampante di cosa gli Screeching sanno regalarci: un crescendo di melodia, potenza, riff azzeccatissimi e delle liriche magiche. Da citare il finale di ritornello: "And I’m praying to God that you’ll wait for me too."
Il disco scorre via veloce cone Totem Pole, Creepy Crawl con tanto di adorabili pa-pa-pa nel ponte e Three Lonely Days a chiudere il primo lato del disco.
Il lato B si apre con Friday Night Nation dai ritmi sostenuti e un ritornello che ti si appicchica subito in testa.
All Over Town, Fortune Cookie, Baby Talk e Come and See the Violence Inherent in the System dai ritmi spezzati e dalle melodie deflagranti scorrono via che è un piacere.
Bite Marks dalle atmosefere un po' cupe iniziale ci riporta subito ai soliti ritmi serrati e a ricevere l'ennesimo pugno nello stomaco.
A chiudere degnamente questo disco ci pensa Little Big Man con il migliore testo e il miglior contenuto che Ben ci potesse regalare.
In definitiva questo è un ottimo lavoro, da avere assolutamente perchè gruppi come gli Screeching Weasel ce ne sono davvero pochi.
Speriamo solo che questo non sia stato l'inizo della fine e di avere l'occasione di vederli dal vivo anche in Italia. Chissa, staseremo a vedere!

Tracklist:

Side A
01.Follow Your Leaders
02.Frankengirl
03.Beginningless Vacation
04.Dry Is The Desert
05.Totem Pole
06.Creepy Crawl
07.Three Lonely Days

Side B
01.Friday Night Nation
02.All Over Town
03.Fortune Cookie
04.Baby Talk
05.Come And See The Violence
06.Bite Marks
07.Little Big Man

http://www.screechingweasel.com/

martedì 2 agosto 2011

Fireworks- Gospel




Recensire questo sorprendente LP non è solo un modo per elogiare l'ultimo (straordinario) lavoro dei Fireworks, ma anche-e soprattutto- per annunciare l'attesa rinascita del movimento pop punk d'oltreoceano. In questo ultimo anno band come i Fireworks, The Wonder Years, Set Your Goals, Four Year Strong e Go Radio si sono accollati la responsabilità di riportare credibilità e genuinità al genere. E ci stanno riuscendo. Testi sentiti, basi che tornano ad essere poppunkperdavvero, live show suonati con il cuore e tutta la passione che serve. E forse anche di più.
Mi viene solo da dire "finalmente". Dall'inizi del millennio il punk melodico si è spinto inesorabilmente verso una pallida imitazione di se stesso, arrivando ad essere poco più di un genere per ragazzine che si sono stufate di ballare sugli ultimi successi di Lady Gaga.
Personalmente quindi considero questo lavoro un manifesto, sperando che anche i pochi che nel nostro Bel Paese sono rimasti con la voglia di fare sano pop punk possano riprendere ispirazione e coraggio.
Chiusa questa (lunga) parentesi, torniamo al disco.
La prima cosa che mi ha colpito è sicuramente la confezione. Bianca è la copertina, bianco il vinile.
L'artwork, nella sua semplicità, è pregevole e ben studiato. Il disegno è stato chiaramente realizzato a mano e disegnato su una carta di alta grammatura, per poi essere scannerizzato tutto insieme. Il che conferisce all'album un sapore ancora più "schizzato" e d'effetto.
Anche il titolo è curioso: "Gospel". Già da questo traspare l'intenzione di realizzare un album più maturo e completo del precedente (che tra parentesi non avevo apprezzato, se non per due o tre canzoni).
Il pezzo d'apertura è il primo singolo estratto "Arrows", che parte con un arpeggio melodico che ti rimane in testa per settimane, con un ritornello condito dagli "ohh ohh" classici dei FW.
Già da subito è evidente uno stile più personale della band di Metro Detroit, e non guasta il fatto che le abilità canore di David siano decisamente migliorate.
Anche la seconda traccia, "I was bon int the dark", è notevole. Altro ritornello degno di nota e qualche sano pezzo "tumpatumpatumpa", con respiri nei punti giusti.
Bello anche "We're stil pioneers" , che rimarca i progressi dei ragazzi del Michigan anche nella cura dei suoni, che in questo disco sono graffianti ma chiari allo stesso tempo.
Si passa poi a "Theet", quasi ulna ballata. C'è anche del ritmo dazereccio, in "Oh, why can't we start old and get younger?".
Chicca dell'album è peer "I am the challenger", ballata acustica grezza, con un suggestivo fruscio in sottofondo che con il gira dischi va a nozze. Anche la voce di David stona nei punti giusti, rendendo la canzone genuina e commovente.
Altro pezzo da segnalare, a mio parere, è "Life is killing me" dove il verso "sometimes "why" is a question that I wish I never even learned" vi fa capire come, anche a livello di liriche, ci si sta allontanando dallo stile "teen" e banale degli ultimi lavori di gruppi come All Time Low, Mayday Parade e Boys Like Girls.
Che dire.
Un altro acquisto da fare se siete appassionati del genere. E se credete che, come i New Found Glory dichiarano con il nome del loro prossimo tour, "Pop punk's not dead".

t.

Tracklist:

1. Arrows
2. I Was Born in the Dark
3. X's On Trees
4. We're Still Pioneers
5. Theet
6. Oh, Why Can't Start Old And Get Younger?
7. Summer
8. Life is Killing Me
9. I Am The Challenger
10. Paintings Of Paul Revere
11. I Locked My Time Capsule
12. The Wild Bunch

year: 2011
label: Triple Crown Records

venerdì 25 marzo 2011

The Queers/Killtime, split 7"


Dopo averli visti condividere due tour italiani, troviamo ora la coppia The Queers/Killtime a condividere anche questo gustoso 7", stampato dalla romana Gonna Puke.
Aprono le danze gli americani Queers che senza troppi sforzi ci regalano due pezzi del passato.
"Aishiteruyo Kanojo", il primo pezzo del lato A si lascia godere e fa il suo sporco lavoro di apri pista, mentre "The Kids Are Alright", cover degli Who è davvero una bomba da cantare a squarciagola.
Sul lato B troviamo due pezzi davvero notevoli dei nostri eroi casalinghi, che ci regalno due perle veloci, melodiche in pieno stile Screeching Weasel, proprio come piace a noi.
"I Don't Wanna Be Your Boyfriend Tonight" vi farà muovere la testolina su e giù, senza capirne il perchè e "Back To You" vi si appiccicherà in testa e la canterete per tutto il giorno.
I Killtime si confermano una delle migliori realtà punk-rock che il nostro bel paese ci ha regalato.
Supportiamoli, andiamo ai loro concerti e compriamo i loro dischi. In particolare questo split uscito in edizione limitata, solo 333 copie con un bellissimo artwork a cura di Riccardo Bucchioni.

Tracklist:

The Queers
01.Aishiteruyo Kanojo
02.The Kids Are Alright

Killtime
03.I Don't Wanna Be Your Boyfriend Tonight
04.Back To You


www.myspace.com/thequeers
www.myspace.com/killtimepunkrock

mercoledì 2 marzo 2011

Miss Chain & The Broken Heels - On A Bittersweet Ride


I toni entusiastici con cui, su questa stessa webzine, Zet recensiva il loro sette pollici Boys & Girls non erano esagerati. Miss Chain & The Broken Heels sono un gran bel gruppo. Un quartetto di formazione bergamasca/vicentina, che mette sul piatto (letteralmente, visto che parliamo di vinili!) un garage/beat/bubblegum/powerpop in stile Sixties, con la voce femminile di Astrid Dante a disegnare cristalline melodie che già fecero la fortuna delle female band dell'epoca d'oro, tipo The Ronettes e The Crystals. E poi ci sono due chitarre (quella di Astrid e quella di Disaster Silva) che fanno twaaang come in quegli anni là, sporcandosi il giusto con le sonorità di piccoli/grandi gruppi come The Rubinoos e The Speedies, nomi che oggi dicono poco e niente ai più, ma che facevano saltare i ragazzini di fine anni '70. Naturalmente Silva suona anche il Farfisa, che non può mancare nell'arsenale della vecchia scuola beat. Il tutto poggia sull'impeccabile basso di Franz Barcella (se mi metto a stendere l'elenco di tutte le cose che fa oltre a suonare, diventa una recensione su di lui!) e sulla batteria di suo fratello Brown Barcella, che ha il merito di eseguire parti decisamente fantasiose rispetto alla media del genere. On A Bittersweet Ride contiene una dozzina di gemme pop'n'roll che non si finirebbe mai di ascoltare, scritte e suonate da musicisti d'alta classe: un disco perfetto per una slow ride in macchina o per una festa con gli amici. Pubblicato su vinile dall'etichetta tedesca Screaming Apple Records, l'album è disponibile in cd, per Sonic Jett Records, e, udite udite, in audiocassetta, per la californiana Burger Records. Rispetto a ciò che ho appena scritto, ovvero che ci troviamo di fronte a uno splendido album per viaggiare, provate a immaginare di ascoltare la cassetta mentre guidate lungo la costa dell'oceano...
Elemento non trascurabile: la produzione è di Mojomatt Bordin, voce e chitarra della meglio two men band nel giro di cinquemila chilometri, ovvero i veneziani The Mojomatics. Mojomatt è altresì impegnato come special guest all'armonica e al sassofono in un paio di pezzi.
Insomma, perfino un amante dell'hard rock tamarro e dei riffoni pesanti, come il sottoscritto, vacilla di fronte a un disco e a un gruppo del genere (andate a vederli dal vivo!): mentre batto sui tasti, sto indugiando sull'idea che questo pop solare (che ha comunque i suoi risvolti malinconici, grazie ai quali l'album acquisisce ulteriore bellezza) sia il rock nella sua forma più vera. In fondo, si è sempre trattato di scrivere delle belle canzoni, divertirsi e far divertire il pubblico, tre compiti che Miss Chain & The Broken Heels svolgono con rara eccellenza. Ma nemo propheta in patria, infatti il valore della band ha trovato più riscontri in America (l'estate scorsa i ragazzi hanno infilato diciotto date in diciotto giorni sulla costa occidentale, tra Oregon, California e Messico, suonando anche in sgangherati house parties!) che in Italia. Chapeau.
È tutto. Anzi, no: per accontentare i nerd di MySpace che vogliono per forza tre-titoli-tre, dico Mary Anne, Flamingo e Up All Night, cioè i brani con cui si apre il lato B. E per far felici pure i nerd di YouTube, il consiglio è di andare a pescare il bellissimo clip di Flamingo, che risponde alla domanda: «Come si fa a girare un video favoloso senza metterci un soldo?».
Ascoltare On A Bittersweet Ride e diventarne dipendenti è una cosa sola.
Miss Chain & The Broken Heels, promossi a pieni voti!

McA

martedì 22 febbraio 2011

Calibro 35- Death Wish


"il progetto è chiaro: interpretare il repertorio delle soundtracks italiane cercando di farle proprie ma al contempo rimanendo fedeli e rispettosi all'opera dei grandi Maestri." recita così la loro biografia sul sito ufficiale della band.

Il 7" che ho tra le mani di un bellissimo colore blu-amo i vinili-, è stato registrato dal vivo presso il Bronson durante il concerto del 13 marzo 2010,contiene la cover del brano di Herbie Hancock del 1974, colonna sonora de "Il Giustiziere della notte" (Death Wish).
I Calibro 35 ancora una volta ci danno conferma della loro bravura, padronanza tecnica, e ricerca di un sound sempre più vicino a quelle sonorità "che furono", progressive rock dalle tinte poliziesche. Che dire se non PERFETTI?! Ragazzi, questa è musica di classe.


Lato A:
Death Wish- pt.1

Lato B:
Death Wish- pt.2

venerdì 7 gennaio 2011

The Ataris-All Souls Day & The Graveyard Of The Atlantic 7''

Per chi, come me, ha l' ipod pieno di band pop punk in pieno stile californiano, le parole "The" e "Ataris" non possono certo passare inosservate. Sono rimasto  piacevolmente sorpreso quando, qualche giorno fa, mi sono imbattuto in una nuova piccola chicca della band di Indiana. Kris Roe e i suoi hanno il merito e l'onore di essere tra quei gruppi che hanno messo le basi del pop punk americano cosi come lo conosciamo oggi, insieme a band come blink182, New Found Glory, e Bowling For Soup, anche se purtroppo dalle nostre parti sono molto meno conosciuti dei colleghi appena citati.
Tornando a noi, il delizioso 7'' "All Souls Day & The Graveyard Of The Atlantic" contiene solo due singoli, uno per lato, "All Souls Day" e "The Graveyard Of The Atlantic" per l'appunto.
A dir la verità non sono nulla di nuovo o rivoluzionario. Due singoli in perfetto stile atariano, molto vicini soprattutto ai brani di  "So Long Astoria", più che a quelli dell'ultimo album "Welcome The Night". Ritornelli che ti rimangono in testa per giorni e la voce di Kirs potente e graffiante come sempre.
Tirati, potenti e allo stesso tempo melodici i The Ataris sono sempre una presenza gradita nel porta dischi o nell'Ipod.

Tracklist:

Side A: All Souls Day
Side B: The Graveyard Of The Atlantic

anno: 2010
etichetta discografica: Sanctuary Records

t.

sabato 1 gennaio 2011

Hard-Ons / The Manges - “Split Single!”

La scusa, è fare la recensione dell’ultimo 7" in cui compaiono i quattro spezzini a righe bianche e nere a noi tanto graditi.

La verità è che non troviamo modo migliore per fare a loro i nostri più sentiti complimenti, perché il 2010 è stato in assoluto il loro anno.

Un gruppo come i Manges va tutelato e sostenuto sempre!

Tutto il resto passa in secondo piano.

Questo è un bel dischetto, stampato in vari colori dalla prolifica Surfin’Ki Records, da avere assolutamente.

Nel lato A ci godiamo una fantastica versione di Aunty degli autraliani Hard-Ons.

Un pezzo punk-rock davvero figo, con tratti surfeggianti che ci piacciono tanto.

Nel lato B, troviamo You Don't Wanna Be Like Me, che a differenza della versione di Bad Juju è cantata dal mitico Joe King dei Queers.

Anche questa versione è davvero molto figa!

Buon 2011 punk-rockers!


Side A:

Hard-Ons – “Aunty”

Side B:

The Manges fest. Joe Queer – “You Don't Wanna Be Like Me”


www.myspace.com/surfinkirecords