domenica 12 gennaio 2014

One Chord Wonder intervista


7pollici con l'anno nuovo inaugura una nuovissima rubrica dedicata alle etichette che ancora stampano in vinile. La prima etichetta che abbiamo voluto intervistare è la One Chord Wonder e il suo guru Davide Speciani.
Buona lettura!

1) Ciao Davide, presentati ai lettori di 7pollici e raccontaci come è nata l’idea di creare One Chord Wonder e come si è sviluppata nel tempo.

L'idea di avere un'etichetta l'abbiamo sempre avuta da quando ascoltiamo questo tipo di musica e sono quasi vent'anni ormai; parlo al plurale perchè gli onnipotenti despoti della OCW sono due, io ed il Parolone. Dicevo, l'idea dell'etichetta ci ha sempre solleticato il palato, ma la pigrizia e la mancanza di quattrini han fatto sì che il progetto rimanesse tale fino all'inizio 2013 quando, per superare il periodo di crisi che attanaglia l'Italia, abbiamo finalmente deciso di passare all'azione e diventare ricchi. Non è passato neanche un anno, abbiamo fatto uscire 5 dischi della Madonna, ci siamo trasferiti in una villa con piscina e giriamo in limousine.

2) Perché hai scelto di stampare in vinile?

Il vinile è l'unico formato che reputiamo degno della grandiosa musica che produciamo. I cd fanno schifo, c'è poco da dire.

3) Come ti organizzi con la stampa e la distribuzione delle copie dei dischi?

Prendo il merdoso cd con i pezzi del gruppo, lo porto alla fabbrica di vinili, mercanteggio per un'ora col rabbino a capo della suddetta fabbrica, come da copione non riesco a spillargli nemmeno 1 euro di sconto, accetto il preventivo piangendo e torno a casa deluso; dopo due settimane rieccomi alla fabbrica dei vinili, mi incazzo perchè il rabbino ha sbagliato qualcosa, lui mi abbindola con scuse puerili, io ci casco e torno a casa contento con i miei vinilozzi.
Finora abbiamo sempre fatto edizioni limitate a 100/150 copie, proprio per il problema della distribuzione.

Noi riusciamo a fare qualcosina facendo pubblicità sui vari social network, il resto generalmente lo fa la band stessa.

4) Spiegaci come scegli i gruppi da stampare e che rapporto hai con loro.

I gruppi che stampiamo devono avere due requisiti: piacerci e suonare in giro (perchè altrimenti, come detto poco sopra, i dischi ce li teniamo tutti nell'armadio).
I gruppi fondamentalmente ci odiano perchè loro ci mettono il talento e noi diventiamo ricchi alle loro spalle, ma i contratti parlano chiaro! La prossima volta imparate a leggerli bene prima di firmare, stronzi!

5) Chi ti piacerebbe stampare e quali progetti hai per il futuro?

A Parolone sarebbe piaciuto fare un 7” ai Teengenerate in occasione della recente reunion. Ci abbiamo provato, ma abbiamo fallito. Io invece punto al prossimo disco degli Screeching Weasel e sembra procedere tutto bene, stiamo giusto definendo i dettagli, dobbiamo solo capire come allegare al disco un cubetto di ghiaccio senza che si sciolga.

6) Come vedi la realtà delle piccole etichette all’interno del nostro paese e in relazione con Europa e resto del mondo?

La realtà delle piccole etichette italiane credo sia quella della mera sopravvivenza: fare dischi per il piacere di farli, far girare musica che si reputa figa e sperare di andare in pari. La relazione col resto del mondo credo sia quasi inesistente. Comunque non ho capito perchè fai questa domanda a noi che siamo praticamente una major.. vai a intervistare la Bedo Records, loro sì che stanno con l'acqua alla gola.

7) Come ultima curiosità, svela ai lettori di 7pollici qualè stato il primo vinile che hai ascoltato in vita tua e il primo che ti sei comprato.

Il ritardo con cui ti rispondo è dovuto proprio a quest'ultima domanda. Sono due giorni che mi arrovello il cervello, ma non ho raggiunto nessuna certezza. Il primo vinile che ho ascoltato sarà sicuramente qualche 45 giri dei cartoni animati che ai miei tempi si ascoltava nel mangiadischi (quanto vorrei che mia madre non l'avesse buttato): dico lo split “Il Grande Mazinga/Jeeg Robot d'Acciaio”.
Il primo vinile che ho comprato invece è sicuramente un disco punk rock e l'avrò comprato intorno al 95: quindi sparo a caso un “Move back home” dei Queers, perchè mi piace credere che sia così anche se in realtà sarà “Punk in drublic” dei NOFX.

Grazie per la disponibilità e in bocca al lupo per tutto. Lunga vita e prosperità! 




domenica 5 gennaio 2014

The Ponches / Riccobellis, 7" split

L’ultima uscita targata One Chord Wonder ci propone due tra le migliori band punk-rock che abbiamo nel nostro Bel Paese. A condividere questo split 7” sono infatti The Ponches di Torino e i Riccobellis di Brescia.
Ad aprire le danze sul lato A troviamo due pezzi furiosi del quartetto torinese; la splendida “Balls At Large” e una delle canzoni cantate di più nei loro concerti, la bellissima “Stobbart In Paris”. Questi due pezzi ci confermano ancora una volta che i Ponches stanno facendo davvero un bel lavoro.
Sul lato B del disco, troviamo i fratelli Riccobellis che ci regalano due pezzi belli tirati e melodici allo stesso tempo, come ci hanno ben abituato nel tempo.
“Don’t Hesitate” è una bomba ad orologeria e “I Create A Monster” ti fa cantare dall’inizio alla fine grazie a un ritornello che ti si appiccica in testa alla velocità della luce. In definitiva quattro pezzi davvero ben fatti  e suonati da due dei migliori gruppi Ramones addicted che abbiamo la fortuna di avere in Italia.
All’interno del disco trovate anche un codicino per scaricarvi i brani in mp3 così non avete più scuse e ve li potete ascoltare davvero ovunque.
Il disco, in vinile rosso, è uscito in numero limitato a 150 copie di cui alcune in edizione limitatissima e specialissima, disegnata da Tony Kelvin, bassista dei Ponches.
Insomma un disco da avere assolutamente se andate pazzi per Ramones e Screeching Weasel e volete sostenere chi nel nostro paese fa ancora le cose “come vanno fatte” e con estrema passione.  

Side A (The Ponches)
1)  Balls At Large
2)  Stobbart In Paris

Side B (Riccobellis)
1)  Don’t Hesitate
2)  I Create A Monster