giovedì 24 dicembre 2015

CJ Ramone and The Manges - 7"

Chiudiamo l'anno e facciamoci gli auguri in bellezza con questo fantastico team-up tra il leggendario CJ Ramone e i mitici Manges. In questo strabiliante 7pollici troviamo due delle canzoni più rappresentative della classica surf music anni '60 come "Surfer Girl" dei Beach Boys e "King Of The Surf" dei Trashmen. La prima rivisitata e suonata da CJ e il suo gruppo con la collaborazione alla voce di Andrea Manges, mentre la seconda è suonata dai nostri spezzini a righe preferiti con CJ che accompagna alla voce. Una collaborazione coi fiocchi tra gli ultimi alfieri del punk-rock che ci piace tanto e preferiamo, quello di scuola Ramones. Ad accompagnare il vinile la bellissima grafica semplice ma efficace di John Holmstron, proprio lo stesso che aveva realizzato le splendide copertine di "Rocket to Russia" e "Road to Ruin" dei Ramones. Il disco è stampato dalla italianissima Striped Record di casa Manges, sinonimo di assoluta qualità sul genere. Ecco non potete sbagliarvi, fatevi un regalo e aggiungete questo split alla vostra collezione. Gabba gabba hey!

Side A
CJ Ramone featuring The Manges - Surfer Girl

Side B
The Manges featuring CJ Ramone - King Of The Surf

sabato 12 dicembre 2015

7pollici su carta numero uno

Dopo il precedente numero zero, ormai siamo partiti. L’esperimento è diventato avventura. Ci siamo sdoganati su carta ed eccoci qui anche con il numero uno. 7pollici, solo recensioni di vinili, su carta è ormai realtà. La mappa da segiure ce l’abbiamo ma non è così facile riscire a decifrarla. Qualcuno all’università mi diceva sempre “la mappa, non è il territorio”, ed ecco che questa dannata mappa torna ancora una volta. In quale direzione bisogna andare non lo so proprio, ma conosco però lo spirito adatto a intraprendere il viaggio, quello si. Bisogna avere l’occhio curioso e la testa dura come quella di Indiana Jones o l’incoscienza dei Goonies. Serve la pazienza del Maestro Yoda e il polso di Johnny Ramones. Qualcuno un giorno mi ha detto “sii gentile e abbi coraggio”. Il coraggio qui c’è né a pacchi. Tutto il resto anche. Soprattutto l’incoscienza e la necessità di condividere della musica e tutto ciò che ci sta attorno e che per  noi è importante. La scusa è quella giusta perché lo spirito sarà sicuramente nobile durante la rotta. E state tranquilli, che se incontreremo la banda Fratelli noi non abbiamo paura. Statene certi, non ci faremo intimorire. Siamo preparati.  E’ il nostro momento qua sotto.

Zet

In questo numero trovi l'intervista a Giona, la recensione di "Pilot" dei Lags, il fumettino di Mirco e la rubrica culinaria che scalda il cuore Big Food.
Scarica gratis il numero uno qui: https://goo.gl/kKEJyw
Se vuoi lo stampi, lo pieghi in quattro e buona lettura. Poi se ti va puoi anche condividerlo. 

mercoledì 9 dicembre 2015

Intervista ai Giona













A un paio di mesi dall’uscita dello straordinario esordio con “Per tutti i giovani tristi” intervistiamo i Giona per sentire come stanno. Il gentilissimo Alessio risponde alle nostre domande.

1.  Ciao Alessio, presenta ai lettori di 7pollici Giona, la sua nascita, la sua anima e la sua evoluzione.
E’ accaduto tutto con molta naturalezza, quasi per caso. Finito L’Amo non avevo più molta voglia di suonare, di stare in mezzo e m’ero davvero deciso a smettere a tal punto da chiudere tutte le chitarre nell’armadio. Poi, un giorno, mi è capitato di ritrovarmi con le chitarre in giro ed in una quarantina di minuti mi sono scappate dalle mani Squassanti e Pendere e sempre in virtù del proposito iniziale, deciso a non suonare, soprattutto a non voler suonare con nessuno, le registrai solo col microfonino del Mac. Continuai così per un mesetto circa ed avevo le dodici canzoni del disco che immaginavo di lasciar morire in qualche hard-disk esterno, alla stregua di quello che Salinger fece con i suoi scritti, ma è qui che subentra il fattore Luca Benni. Non ricordo bene, ma credo di avergli linkato il soundcloud con tutte queste demo e lui ha cominciato a dirmi che dovevo fare, registrare, portarlo avanti, che era un discone e che dovevo suonarle alla festa per i dieci anni di To Lose La Track a Napoli ed è qui scatta il fattore Michele Leo. Mentre ci fumavamo la prima sigaretta della serata, ascoltando gli esiti delle nuove registrazioni, dicendogli del fatto che Luca ci teneva che suonassi quelle canzoni, Michele disse che lui poteva suonare il basso e che potevamo chiedere a Daniele di suonare i fusti. E così fu. Facemmo quattro prove e suonammo alla festa di To Lose La Track, poi da lì non ci siamo fermati. Forse non ci siamo accorti che la festa è finita.
Menzione la merita anche Ivan Tonelli di Stop Records perché anche lui è stato un fattore bello grosso da quando venne a suonare a Napoli con i Cosmetic e dopo il check gli feci sentire le demo. Si gasò tantissimo e da quel giorno Ivan c’è sempre e gli vogliamo bene nonostante tifi per brutte squadre.

2. Chi sono “tutti i giovani tristi” da cui prende spunto il titolo del tuo disco? 
Il titolo è un debito che avevo con Fitzgerald e con quegli amori che s’attorcigliano su stessi, in cui ci credi, crescono e poi implodono, sperdendosi nell’hangover del giorno dopo. Diciamo che il disco è un invito a godersi il momento, tutto finisce e tutti ne siamo consapevoli ed è nella consapevolezza della fine che dovremmo trarre la gioia per viverci il momento, riconoscendolo, appunto, come momentaneo, effimero e soprattutto leggero.
Chiamarlo così è anche per ricordarmi d’essere più leggero con le cose e le persone, anche ora che giovane non lo sono più. Magari a maggior ragione ora che giovane non lo sono più e comunque il disco tratta di un amore felice. Felice e basta.

3. State girando parecchio, cosa ci dobbiamo aspettare dal vostro live?
Un mucchio di birrette in giro, un po’ di dischi della distro, caramelle per la gola sparse ovunque. Diciamo che il live è più “picchiato” del disco.

4. Il mio gruppo preferito in assoluto sono i Ramones, quindi la domanda nasce spontanea, come mai hai scelto di fare la cover della cover di “Do you wanna dance”?
I Ramones, ancora oggi, sono una delle mie ossessioni musicali, ma a livello che posso riascoltare anche cinque volte consegutive un loro disco. L’unica cosa che cambia è la momentanea fissazione per un disco specifico. Un mese è Rocket To Russia, l’altro Leave Home - questo è il momento di End of the Century. Trovo che solo la parola “geniale” li descriva compiutamente, ma così geniali che appena aggiungi qualcos’altro li stai già sminuendo. Geniale è la loro estetica, la loro poetica, i loro cazzo di testi.
Non sapevo fosse una cover, l’abbiamo scoperto quando è stato il momento di scrivere i credits del disco, però ecco, mi sono voluto regalare l’attimo di essere i Ramones. S’invecchia, ma si rimane dei fanatici invasati per tutta la vita.

martedì 8 dicembre 2015

CJ Ramone- Last Chance to Dance

Era il 25 Novembre 2014, quando uscii questo disco.
Qualche giorno fa ho avuto l'occasione di vedere CJ dal vivo qui in Italia durante il tour Europeo di supporto al suo ultimo disco.
Cj, a parer mio, è l'unico degno di poter andare ancora in giro con il "cognome" Ramone. A differenza di altri, dei quali non faccio i nomi, non ha mai cercato di lucrare sul suo Status, ha sempre portato alta la bandiera dei Ramones, intraprendendo una carriera personale. Ok, dal vivo ripropone i grandi classici della band di NYC ma affianca delle belle perle di "sua musica originale".
Last Chance to Dance, dimostra la classe di questa ragazzone, che ragazzone non è più, ma che dal vivo e su disco riesce a coinvolgere, far ballare, e sopratutto strappare quel sorriso da ebete che ogni fan vorrebbe avere sul proprio volto.
12 brani che spaziano dal classico punk rock degli ultimi Ramones, a ballad surf rock, fino a qualche strizzata d'occhio alle sonorità "clonate" ai 4 di NYC. "PitStop" è una di queste, così maledettamente vicina ai primi Ramones, per essere più preciso a "Carbona...", ma proiettata al futuro.
"You own me" ricorda molto una rock ballad da college, vi farà muovere con la vostra partner.
"Last Chance to Dance", è una ramosiana rock dance song a tutti gli effetti.
"ClusterFuck" è una scheggia impazzita di punkrock molto vicina all' HC.
CJ Ramone merita di essere supportato e di essere visto dal vivo, non ve ne pentirete. Divertimento assicurato. Se siete fan dei Ramones, fatelo vostro. Se amate il punkrock "alla Ramones" fatelo vostro. Se volete dare un calcio alla noia fatelo vostro. Se volete che i problemi esistenziali se ne vadano da voi, fatelo vostro. No perditempo.

1.  Understand Me?
2.  Won’t Stop Swinging
3.  One More Chance
4.  Carry Me Away
5.  ’Til the End
6.  Long Way to Go
7.  Mr. Kalashnikov
8.  Pitstop
9.  Grunt
10. You Own Me
11. Last Chance to Dance
12. Cluster Fuck

martedì 1 dicembre 2015

Lags – Pilot

I Lags vengono da Roma e Pilot è il loro esordio discografico, una polveriera punk hardcore distribuita in undici tracce dirette e coinvolgenti. Antonio, Andrew, Daniele e Gianluca sono un gruppo di trentenni che come tanti si confrontano con i temi centrali della società in cui vivono: il ruolo controverso della fede, la disperata ricerca di un'occupazione, il senso di frustrazione e disincanto di fronte alla vita politica del paese, l'emigrazione delle persone vicine, i rapporti logorati dalla distanza e quelli logorati dalla vicinanza, la paura di un futuro sempre più buio.
Questa che sentite nel giradischi è la "puntata pilota" di un racconto, in cui questo gruppo di trentenni così diversi condivide l'ansia di non riuscire a comprendere se quello che ognuno si trova davanti è l'inizio di un lungo cammino oppure un muro che minaccia continuamente di crollare sulle speranze di una vita. Sempre con un'unica chance a disposizione, sempre in bilico, sempre senza rete, in una società estremamente avara di seconde opportunità.
Queste canzoni sono il diario di soldati che vivono una guerra fuori, ma che combattono ogni battaglia internamente, alla disperata ricerca di una chiave per andare avanti, lasciare un segno, raccontare una storia. Undici pezzi che ti accompagnano tra emozioni e stati d’animo diversi in cui tutti ci possiamo ritrovare. Undici pezzi arrangiati e suonati magistrarmente che ti prendono uno più dell’altro, dal primo all’ultimo. Questo è solo l’inizio, voi cosa dite se queste sono le premesse non siete cuoriosi di sentire come va il seguito? Noi si. Questa è una  bellissima storia fuori grazie a To Lose La Track e Audioglobe.


Tracklist:

1)    A Push And A Rush
2)    War Was Over
3)    Turbin
4)    Fear, Control, Mothers
5)    Solid Gold
6)    The Flight of the flies
7)    Queen Bee
8)    The Stream
9)    Family Man
10) Behind the clouds
11) Dreaming babylon