Anteprima del nuovo numero di
7pollici di carta in uscita nei prossimi giorni. Ringraziamo
Johnny Mox per la disponibilità
e le parole importanti che ci ha scritto rispondendo alle nostre domande. Vi
auguriamo una buona lettura. 7pollici di carta numero dodici coming soon…
1) Ciao
Johnny, benvenuto sulle pagine di 7pollici di carta. Musicista, giornalista,
agitatore culturale, osservatore attento, sei tutto questo e tanto altro.
Presentati ai nostri lettori.
Ho cominciato con il rap. Poi mi sono avvicinato progressivamente a tutti gli
strumenti. Ho suonato la batteria, la chitarra, il piano, la tromba in varie
formazioni. Nel 2008 quando ero negli Usa ho fatto partire il mio progetto
solista legato all'utilizzo dei loop e ad una personale reinterpretazione del
gospel. Negli anni ho avuto la fortuna di collaborare con tanti musicisti
diversi che hanno fatto parte della mia band (Moxters of the Universe). Dal
2016 assieme ad Above the Tree ho un progetto,
Stregoni, una meta-band che si
occupa esclusivamente di Immigrazione.
2) Siamo rimasti piacevolmente colpiti dall’uscita di
“Spiritual Void”, il tuo ultimo disco registrato in maniera non convenzionale e
accompagnato da un video stupendo che dà voce al nostro pianeta messo
decisamente male. Ce ne vuoi parlare?
E' un disco particolare, una sola traccia di 16 minuti, composta nei boschi
attorno a casa mia utilizzando una app che permette di registrare i loop. E'
una lunga suite esclusivamente vocale con strati di voci che ripeto
ossessivamente la parola "Help".
Ci ho lavorato un inverno intero: è una riflessione sull'eterno rapporto di
interdipendenza tra uomo, natura e spiritualità. Non è la natura a chiedere
aiuto: la natura, come si vede chiaramente nel video è spietata, bellissima e
in continuo mutamento. L'ambiente sopravviverà alla sete di dominio umano. Gli
uomini invece devono cambiare il loro rapporto con la competizione, devono
riscoprire che vulnerabilità significa interdipendenza.
3) Come hai passato il periodo di
lockdown, ti è servito per comporre e scrivere musica? Come la vedi la ripresa
e quali saranno i tuoi progetti futuri?
Non sono riuscito a fare niente per due mesi. Ho bisogno di passare attraverso
le cose per riuscire a raccontarle. Non ho fatto dirette streaming nè canzoni
sulla quarantena ma ho messo su una "band" con mio figlio Giona alla
"batteria". E' stato un periodo prezioso di grande riflessione e da
qualche tempo la musica è tornata. Se tutto va bene entro l'estate registrerò i
pezzi nuovi.
La ripresa la vedo necessaria e credo che per i circuiti più piccoli dovrebbe
essere un'occasione per rilanciare, per essere più ambiziosi. Non credo ci sia
nessuno che avrebbe problemi a fare un doppio liveset alle 21 e alle 23.
4) Cosa ne pensi del movimento spontaneo Black Lives Matter nato negli USA e
sviluppatosi in tutto il mondo? Tu da anni porti avanti un progetto musicale
con migranti che si chiama Stregoni, ce ne vuoi parlare? Cosa può fare la
musica per migliorare la situazione?
Quando ho saputo della morte di George Floyd ho pensato che l'ondata di rivolte
sarebbe rimasta confinata in Usa. La ritenevo l'ennesima segno del progressivo
declino della sfera dell'influenza americana sulla cultura occidentale. Mi
sbagliavo.
Il movimento è importantissimo non fraintendermi, ma in Europa abbiamo una
situazione di fragilità estrema che avrebbe bisogno di un vero movimento
continentale. Nel mediterraneo sono morte migliaia di persone negli ultimi 10
anni, senza contare la vergogna del caporalato. Non è vero, come si dice in
questi giorni, che nessuno si inginocchia per loro: ma è evidente che sul tema
dell'immigrazione si è giocata una partita politica miope e cinica.
Con Stregoni abbiamo cercato costantemente di rappresentare e fare emergere il
punto di vista dei migranti cercando di creare un luogo aperto di confronto che
sfidasse i confini della band. In tre anni abbiamo suonato con 5000 richiedenti
asilo. La musica ha il potere di ridurre lo spazio tra le persone ma odio
quando le si chiede di trovare soluzioni o indicare una strada. La musica è lo
specchio di quello che succede. Sai qual è una delle colonne sonore delle
rivolte BLM in Usa? "Dior" del rapper Pop Smoke assassinato a
febbraio a Los Angeles.