7pollici con l'anno nuovo
inaugura una nuovissima rubrica dedicata alle etichette che ancora stampano in
vinile. La prima etichetta che abbiamo voluto intervistare è la One Chord Wonder e il suo guru Davide Speciani.
Buona
lettura!
1) Ciao Davide, presentati ai
lettori di 7pollici e raccontaci come è nata l’idea di creare One Chord Wonder
e come si è sviluppata nel tempo.
L'idea di avere un'etichetta
l'abbiamo sempre avuta da quando ascoltiamo questo tipo di musica e sono quasi
vent'anni ormai; parlo al plurale perchè gli onnipotenti despoti della OCW sono
due, io ed il Parolone. Dicevo, l'idea dell'etichetta ci ha sempre solleticato
il palato, ma la pigrizia e la mancanza di quattrini han fatto sì che il
progetto rimanesse tale fino all'inizio 2013 quando, per superare il periodo di
crisi che attanaglia l'Italia, abbiamo finalmente deciso di passare all'azione
e diventare ricchi. Non è passato neanche un anno, abbiamo fatto uscire 5
dischi della Madonna, ci siamo trasferiti in una villa con piscina e giriamo in
limousine.
2) Perché hai scelto di stampare
in vinile?
Il vinile è l'unico formato che
reputiamo degno della grandiosa musica che produciamo. I cd fanno schifo, c'è
poco da dire.
3) Come ti organizzi con la
stampa e la distribuzione delle copie dei dischi?
Prendo il merdoso cd con i pezzi
del gruppo, lo porto alla fabbrica di vinili, mercanteggio per un'ora col
rabbino a capo della suddetta fabbrica, come da copione non riesco a spillargli
nemmeno 1 euro di sconto, accetto il preventivo piangendo e torno a casa
deluso; dopo due settimane rieccomi alla fabbrica dei vinili, mi incazzo perchè
il rabbino ha sbagliato qualcosa, lui mi abbindola con scuse puerili, io ci
casco e torno a casa contento con i miei vinilozzi.
Finora abbiamo sempre fatto
edizioni limitate a 100/150 copie, proprio per il problema della distribuzione.
Noi riusciamo a fare qualcosina
facendo pubblicità sui vari social network, il resto generalmente lo fa la band
stessa.
4) Spiegaci come scegli i gruppi
da stampare e che rapporto hai con loro.
I gruppi che stampiamo devono
avere due requisiti: piacerci e suonare in giro (perchè altrimenti, come detto
poco sopra, i dischi ce li teniamo tutti nell'armadio).
I gruppi fondamentalmente ci
odiano perchè loro ci mettono il talento e noi diventiamo ricchi alle loro
spalle, ma i contratti parlano chiaro! La prossima volta imparate a leggerli
bene prima di firmare, stronzi!
5) Chi ti piacerebbe stampare e
quali progetti hai per il futuro?
A Parolone sarebbe piaciuto fare
un 7” ai Teengenerate in occasione della recente reunion. Ci abbiamo provato,
ma abbiamo fallito. Io invece punto al prossimo disco degli Screeching Weasel e
sembra procedere tutto bene, stiamo giusto definendo i dettagli, dobbiamo solo
capire come allegare al disco un cubetto di ghiaccio senza che si sciolga.
6) Come vedi la realtà delle
piccole etichette all’interno del nostro paese e in relazione con Europa e
resto del mondo?
La realtà delle piccole etichette
italiane credo sia quella della mera sopravvivenza: fare dischi per il piacere
di farli, far girare musica che si reputa figa e sperare di andare in pari. La
relazione col resto del mondo credo sia quasi inesistente. Comunque non ho
capito perchè fai questa domanda a noi che siamo praticamente una major.. vai a
intervistare la Bedo Records, loro sì che stanno con l'acqua alla gola.
7) Come ultima curiosità, svela
ai lettori di 7pollici qualè stato il primo vinile che hai ascoltato in vita
tua e il primo che ti sei comprato.
Il ritardo con cui ti rispondo è
dovuto proprio a quest'ultima domanda. Sono due giorni che mi arrovello il
cervello, ma non ho raggiunto nessuna certezza. Il primo vinile che ho
ascoltato sarà sicuramente qualche 45 giri dei cartoni animati che ai miei
tempi si ascoltava nel mangiadischi (quanto vorrei che mia madre non l'avesse
buttato): dico lo split “Il Grande Mazinga/Jeeg Robot d'Acciaio”.
Il primo vinile che ho comprato
invece è sicuramente un disco punk rock e l'avrò comprato intorno al 95: quindi
sparo a caso un “Move back home” dei Queers, perchè mi piace credere che sia
così anche se in realtà sarà “Punk in drublic” dei NOFX.
Grazie per la disponibilità e in bocca al lupo per tutto. Lunga vita e prosperità!