martedì 2 agosto 2011

Fireworks- Gospel




Recensire questo sorprendente LP non è solo un modo per elogiare l'ultimo (straordinario) lavoro dei Fireworks, ma anche-e soprattutto- per annunciare l'attesa rinascita del movimento pop punk d'oltreoceano. In questo ultimo anno band come i Fireworks, The Wonder Years, Set Your Goals, Four Year Strong e Go Radio si sono accollati la responsabilità di riportare credibilità e genuinità al genere. E ci stanno riuscendo. Testi sentiti, basi che tornano ad essere poppunkperdavvero, live show suonati con il cuore e tutta la passione che serve. E forse anche di più.
Mi viene solo da dire "finalmente". Dall'inizi del millennio il punk melodico si è spinto inesorabilmente verso una pallida imitazione di se stesso, arrivando ad essere poco più di un genere per ragazzine che si sono stufate di ballare sugli ultimi successi di Lady Gaga.
Personalmente quindi considero questo lavoro un manifesto, sperando che anche i pochi che nel nostro Bel Paese sono rimasti con la voglia di fare sano pop punk possano riprendere ispirazione e coraggio.
Chiusa questa (lunga) parentesi, torniamo al disco.
La prima cosa che mi ha colpito è sicuramente la confezione. Bianca è la copertina, bianco il vinile.
L'artwork, nella sua semplicità, è pregevole e ben studiato. Il disegno è stato chiaramente realizzato a mano e disegnato su una carta di alta grammatura, per poi essere scannerizzato tutto insieme. Il che conferisce all'album un sapore ancora più "schizzato" e d'effetto.
Anche il titolo è curioso: "Gospel". Già da questo traspare l'intenzione di realizzare un album più maturo e completo del precedente (che tra parentesi non avevo apprezzato, se non per due o tre canzoni).
Il pezzo d'apertura è il primo singolo estratto "Arrows", che parte con un arpeggio melodico che ti rimane in testa per settimane, con un ritornello condito dagli "ohh ohh" classici dei FW.
Già da subito è evidente uno stile più personale della band di Metro Detroit, e non guasta il fatto che le abilità canore di David siano decisamente migliorate.
Anche la seconda traccia, "I was bon int the dark", è notevole. Altro ritornello degno di nota e qualche sano pezzo "tumpatumpatumpa", con respiri nei punti giusti.
Bello anche "We're stil pioneers" , che rimarca i progressi dei ragazzi del Michigan anche nella cura dei suoni, che in questo disco sono graffianti ma chiari allo stesso tempo.
Si passa poi a "Theet", quasi ulna ballata. C'è anche del ritmo dazereccio, in "Oh, why can't we start old and get younger?".
Chicca dell'album è peer "I am the challenger", ballata acustica grezza, con un suggestivo fruscio in sottofondo che con il gira dischi va a nozze. Anche la voce di David stona nei punti giusti, rendendo la canzone genuina e commovente.
Altro pezzo da segnalare, a mio parere, è "Life is killing me" dove il verso "sometimes "why" is a question that I wish I never even learned" vi fa capire come, anche a livello di liriche, ci si sta allontanando dallo stile "teen" e banale degli ultimi lavori di gruppi come All Time Low, Mayday Parade e Boys Like Girls.
Che dire.
Un altro acquisto da fare se siete appassionati del genere. E se credete che, come i New Found Glory dichiarano con il nome del loro prossimo tour, "Pop punk's not dead".

t.

Tracklist:

1. Arrows
2. I Was Born in the Dark
3. X's On Trees
4. We're Still Pioneers
5. Theet
6. Oh, Why Can't Start Old And Get Younger?
7. Summer
8. Life is Killing Me
9. I Am The Challenger
10. Paintings Of Paul Revere
11. I Locked My Time Capsule
12. The Wild Bunch

year: 2011
label: Triple Crown Records

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